TORRE DEL GRECO. E' nuovamente slittato, stavolta ad inizio 2017, il verdetto d’appello sullo scandalo "abusivopoli". Sentenza che mantiene col fiato sospeso il sindaco Ciro Borriello - imputato per abuso d’ufficio e soppressioni di atti veri, già assolto in primo grado "perchè il fatto non sussiste" – a rischio sospensione ai sensi della legge Severino in caso di eventuale condanna.

Sul capo del primo cittadino di Torre del Greco, infatti, pende la richiesta di pena ad un anno e due mesi di reclusione, avanzata durante la requisitoria-bis dal procuratore generale dinanzi ai giudici della Corte di Napoli. Se in primo grado era arrivata una richiesta di condanna a 3 anni e 8 mesi, con una successiva assoluzione, adesso la pubblica accusa ha chiesto che Borriello venga condannato per gli stessi reati contestati. Secondo gli inquirenti, Borriello ( nel 2009, al suo primo mandato) avrebbe «pilotato» alcuni controlli dei vigili urbani ad un negoziante.

L'accusa girava attorno ad alcune intercettazioni telefoniche, che raccontavano di un rapporto stretto tra il sindaco di Torre del Greco ed i vigili urbani, con presunte richieste mirate per controlli alle vetrine «sporgenti» di alcuni negozi del corso Vittorio Emanuele, considerate abusive. Assistito dal suo avvocato di fiducia, Giancarlo Panariello, Borriello sta affrontando anche il secondo grado giudizio.

La Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha infatti presentato ricorso per ogni caso di assoluzione. In primo grado, la pena più alta era stata comminata al vigile urbano Errico Sorrentino, condannato a 8 anni e 9 mesi di reclusione. L'ex capo del nucleo anti-abusivismo è accusato di aver falsificato più di un sopralluogo in strutture abusive, con verbali addolciti o inaspriti a seconda del presunto «regalo» ricevuto.


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