Torre del Greco. Volevano pagasse lo "sgarro" fatto al clan e per questo lo minacciarono di morte insieme ai suoi parenti: condannata un'intera famiglia.

I giudici hanno inflitto 4 anni di reclusione a Giuseppe Terrone, 27enne ritenuto 27enne vicino ai Di Gioia di Torre del Greco. A due anni di galera ciascuno (pena sospesa), invece, la condanna inflitta ai danni di suo padre, Nicola, sua madre, Anna Colantuono, e la convivente del giovane, Anna Ientile, che al momento dell’arresto era al nono mese di gravidanza. Per tutti, i giudici del Tribunale di Torre Annunziata hanno escluso l’aggravante del metodo mafioso.

La vicenda risale al 2012. L’11 maggio, i carabinieri arrestano Leonardo Mazza, 28enne trovato in possesso, nel corso di una perquisizione domiciliare, di una pistola semiautomatica calibro 7,65. Dopo l’arresto, davanti al sostituto procuratore della Dda di Napoli, Mazza dichiarò di aver custodito l’arma per conto di Giuseppe Terrone.

Le dichiarazioni di Mazza avrebbero così scatenato la reazione dei Terrone e della compagna di “Peppe”, che secondo gli inquirenti, il 23 maggio 2012, minacciarono di morte i familiari di Mazza per convincerlo a ritrattare le dichiarazioni rese. Decisiva, a processo, la testimonianza fornita in aula dal cognato di Leonardo Mazza. L’uomo, ascoltato  dai giudici nel 2015, aveva infatti dichiarato: "Mi invitarono a prendere un caffè a casa dei Terrone. Leonardo era un infame, mi dissero. Erano arrabbiati con lui”. 


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