Mancano ancora più di due settimane al voto del 17 aprile, ma il referendum di primavera sta già facendo molto discutere all'ombra del Vesuvio. Sul tavolo delle polemiche non c'è l'argomento referendario, seppur meritevole di attenzione e ampia discussione, bensì il giro di soldi che si cela dietro la scelta degli scrutatori e dei presidenti di seggio.

A Torre del Greco anche quest'anno l'amministrazione targata Ciro Borriello ha deciso di appellarsi alla legge n.95 dell'8 marzo 1989 e decidere l'elenco degli scrutatori presenti nei seggi elettorali per nomina e spartizione politica anziché per sorteggio. Il risultato finale ha prodotto una lunga lista di amici, parenti e conoscenti di politici locali, scatenando la rabbia di gran parte degli iscritti alle liste elettorali. E ad ognuno degli assegnatari, come da legge, spetterà il rimborso economico per la prestazione del 17 aprile prossimo.

LA SPESA – Come per ogni tornata elettorale, che si tratti di voto elettivo o di voto referendario, le spese di gestione delle attività vengono in buona parte sostenute anche dall'Ente comunale. E quindi anche il rimborso per gli scrutatori. Per il referendum del 17 aprile il Comune di Torre del Greco ha dovuto apportare una variazione di bilancio di circa 370.000 euro.

Di questa cifra, ben 70mila euro sono previsti come rimborso per i componenti dei seggi elettorali. 170mila euro è invece la somma stanziata a copertura delle spese per lavoro straordinario dei dipendenti comunali. Le restante somma verrà poi divisa tra le spese di noleggio dei mezzi di trasporto plichi, acquisto e trasporto di materiali per i seggi e oneri contributivi Irap.

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