Torre del Greco, processo al clan Falanga: “Free-Tower” si decide in abbreviato
Prima udienza in aula bunker. In 49 puntano allo sconto della pena
25-05-2015 | di Salvatore Piro
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Alle 9 l’aula bunker in Tribunale è già piena. A Napoli è il giorno dell’udienza preliminare di “Free-Tower”, il blitz della Polizia che a gennaio diede scacco matto al clan Falanga di Torre del Greco: 54 gli arresti ordinati quel giorno dalla Dda partenopea. In pratica, la parola fine scritta su un gigantesco giro d’affari con la droga. Coca, hashish e marjuana spacciate tra Torre del Greco, Napoli, Massa di Somma, Procida, fino alle province di Salerno e Caserta.
Due “pentiti eccellenti”, Domenico Mimì Falanga, figlio del capoclan Peppe o' struscio e Domenico Vitiello, compagno di Rosa, la sorella di Aniello Pompeo, altra “gola profonda” della camorra corallina, sono collegati oggi in videoconferenza. La loro collaborazione, per l’Antimafia, è «un contributo significativo», perché proviene dai protagonisti stessi dell'organizzazione.
E’ infatti soprattutto coi racconti dei “pentiti” che il pm Maria Di Mauro è riuscita a ricostruire i movimenti del clan: chi era il pusher, chi faceva il corriere, quanto costavano la droga e i “pallini”. Le loro parole pesano come un macigno sulla sorte dell’intero processo. E’ per questo che oggi, a Napoli, l’aria è tesa, nonostante un sottile velo di calma apparente.
Molti imputati sono in gabbia, nell’aula buker, non tutti insieme però. Stavolta sono divisi: uno per cella, perché c’è ancora il “divieto di incontro” disposto dall’inchiesta. Chi è invece ai domiciliari siede sì, oggi, tra i banchetti, ma è guardato a vista da tre guardie. Perché? Non si può parlare, neppure con chi ti sta a fianco. A processo regna uno strano silenzio.
L’udienza inizia. Gli avvocati le provano tutte. Contestano quella imputazione aggravata dal metodo mafioso e che coinvolge pure due ragazzini: erano loro, per l’accusa, a confezionare le dosi da consegnare poi ai pusher. Eccezione respinta dal gup, Roberta Zinno. Si va avanti.
Ivano Molinaro, Giulia Sorrentino e Giorgio Casillo: solo in tre oggi patteggiano. Per loro la decisione è fissata al 9 giugno. Sono 49, invece, gli imputati a scegliere l’abbreviato, sperando nello sconto di un terzo della pena (tre posizioni, infine, saranno giudicate col rito ordinario).
Tre ore di eccezioni respinte, aria tesa e silenzio surreale in aula bunker: il “primo round” del processo al clan Falanga finisce così. Fuori smette di piovere, spunta pure un pallido sole. Al 1 luglio, la requisitoria e le richieste di condanna del pm.
GLI IMPUTATI:
ABRUZZESE CIRO
AMORETTI ANGELO
BORRIELLO SALVATORE
CHIERCHIA MICHELE
CUOMO LOREDANA
D'AMATO GIUSEPPE
DI BISCEGLIE ARTURO
DIAMANTE FABIO
DI SAURO SIMONE
FALANGA DOMENICO
GAROFALO VINCENZO alias “fiocchella”
GIRARDI SERAFINO
IMPERATO VITTORIO
LANGELLA GIOVANNI
LANGELLA VITTORIO
LOFFREDO MASSIMILIANO
MAGLIULO NUNZIO
MAGLIULO PASQUALE
METITIERI PAOLO
MOLINARO IVANO
MONACO LUIGI
MONACO SALVATORE
OLIGO GIUSEPPE
OLIVIERO CARLO
OLIVIERO CARMINE
PAPARO VINCENZO
POMPEO ANIELLO
POMPEO BARBARA
POMPEO ROSA
PORZIO ROSARIO
RAMONDO ROSARIO
SANNINO GIUSEPPE
SANNINO MARIA
SASSO ELISABETTA
SORRENTINO GIULIA
TASCA STEFANO
TROISE PASQUALE
VANNUCCINI LUIGI (alias Massimino)
VENERUSO DAVIDE
VIRGI SALVATORE
VITIELLO DOMENICO
VITIELLO GIUSEPPE
ZAMPINI GENNARO
CASCONE GIOVANNI
CASTIELLO ROSA
MENNELLA SALVATORE
MERCEDULO GIUSEPPE
ORLANDO SALVATORE
SANNINO GERARDA
SANNINO MARIANNA
SARTORI MARIA
VITIELLO DANIELE
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