Alle 9 l’aula bunker in Tribunale è già piena. A Napoli è il giorno dell’udienza preliminare di “Free-Tower”, il blitz della Polizia che a gennaio diede scacco matto al clan Falanga di Torre del Greco: 54 gli arresti ordinati quel giorno dalla Dda partenopea. In pratica, la parola fine scritta su un gigantesco giro d’affari con la droga. Coca, hashish e marjuana spacciate tra Torre del Greco, Napoli, Massa di Somma, Procida, fino alle province di Salerno e Caserta.

Due “pentiti eccellenti”, Domenico Mimì Falanga, figlio del capoclan Peppe o' struscio e Domenico Vitiello, compagno di Rosa, la sorella di Aniello Pompeo, altra “gola profonda” della camorra corallina, sono collegati oggi in videoconferenza. La loro collaborazione, per l’Antimafia, è «un contributo significativo», perché proviene dai protagonisti stessi dell'organizzazione.

E’ infatti soprattutto coi racconti dei “pentiti” che il pm Maria Di Mauro è riuscita a ricostruire i movimenti del clan: chi era il pusher, chi faceva il corriere, quanto costavano la droga e i “pallini”. Le loro parole pesano come un macigno sulla sorte dell’intero processo. E’ per questo che oggi, a Napoli, l’aria è tesa, nonostante un sottile velo di calma apparente.

Molti imputati sono in gabbia, nell’aula buker, non tutti insieme però. Stavolta sono divisi: uno per cella, perché c’è ancora il “divieto di incontro” disposto dall’inchiesta. Chi è invece ai domiciliari siede sì, oggi, tra i banchetti, ma è guardato a vista da tre guardie. Perché? Non si può parlare, neppure con chi ti sta a fianco. A processo regna uno strano silenzio.

L’udienza inizia. Gli avvocati le provano tutte. Contestano quella imputazione aggravata dal metodo mafioso e che coinvolge pure due ragazzini: erano loro, per l’accusa, a confezionare le dosi da consegnare poi ai pusher. Eccezione respinta dal gup, Roberta Zinno. Si va avanti.

Ivano Molinaro, Giulia Sorrentino e Giorgio Casillo: solo in tre oggi patteggiano. Per loro la decisione è fissata al 9 giugno. Sono 49, invece, gli imputati a scegliere l’abbreviato, sperando nello sconto di un terzo della pena (tre posizioni, infine, saranno giudicate col rito ordinario).

Tre ore di eccezioni respinte, aria tesa e silenzio surreale in aula bunker: il “primo round” del processo al clan Falanga finisce così. Fuori smette di piovere, spunta pure un pallido sole. Al 1 luglio, la requisitoria e le richieste di condanna del pm.

GLI IMPUTATI:  

ABRUZZESE CIRO

AMORETTI ANGELO

BORRIELLO SALVATORE

CHIERCHIA MICHELE

CUOMO LOREDANA

D'AMATO GIUSEPPE

DI BISCEGLIE ARTURO

DIAMANTE FABIO

DI SAURO SIMONE

FALANGA DOMENICO

GAROFALO VINCENZO alias “fiocchella”

GIRARDI SERAFINO

IMPERATO VITTORIO

LANGELLA GIOVANNI

LANGELLA VITTORIO

LOFFREDO MASSIMILIANO

MAGLIULO NUNZIO

MAGLIULO PASQUALE

METITIERI PAOLO  

MOLINARO IVANO

MONACO LUIGI  

MONACO SALVATORE

OLIGO GIUSEPPE 

OLIVIERO CARLO 

OLIVIERO CARMINE  

PAPARO VINCENZO

POMPEO ANIELLO

POMPEO BARBARA

POMPEO ROSA 

PORZIO ROSARIO

RAMONDO ROSARIO

SANNINO GIUSEPPE

SANNINO MARIA

SASSO ELISABETTA

SORRENTINO GIULIA

TASCA STEFANO 

TROISE PASQUALE 

VANNUCCINI LUIGI (alias Massimino) 

VENERUSO DAVIDE  

VIRGI SALVATORE

VITIELLO DOMENICO

VITIELLO GIUSEPPE

ZAMPINI GENNARO

CASCONE GIOVANNI

CASTIELLO ROSA

MENNELLA SALVATORE

MERCEDULO GIUSEPPE

ORLANDO SALVATORE

SANNINO GERARDA

SANNINO MARIANNA

SARTORI MARIA

VITIELLO DANIELE

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