Torre del Greco. “Ho conosciuto Mario Masillo il giorno stesso della rapina al ‘Baraonda’. Abbiamo sniffato cocaina e bevuto. Poi ognuno è ritornato a casa propria per il pranzo. Ci siamo rivisti davanti al bar, ma non ricordo altro di quello che è successo. Eravamo ubriachi”.

Così ieri, ai giudici del tribunale di Torre Annunziata, Antonio Scarimboli, il 41enne di via Scevola (Ercolano) finito in manette l’8 maggio scorso con l’accusa di rapina in concorso ai danni di due giovani. Ragazzi che, bicchieri alla mano, stavano consumando un aperitivo seduti ai tavoli del noto locale di via Calastro. Di circa 60 euro il bottino recuperato dagli agenti.

Con Scarimboli, quel giorno, c’era anche Mario Masillo, classe ’62, residente in Corso Vittorio Emanuele. Finiti entrambi sotto processo, il primo (scarcerato soli 10 giorni prima, ndr) ha già definito la sua posizione con rito alternativo. Il suo presunto complice, invece, è ancora alla sbarra.

Il racconto di Scarimboli, ascoltato dai giudici come teste della difesa, sembra aver confermato l’ipotesi investigativa immediatamente seguita: i due, all’atto della rapina, erano in preda ai fumi dell’alcol. Entrambi i rapinatori, prima di essere acciuffati in via Monsignor Romano dopo un tentativo di fuga a bordo scooter, ebbero inoltre una colluttazione con i poliziotti.

“Trovai papà ricoverato al ‘Bottazzi’ – ha riferito invece in aula il figlio ventenne di Masillo, tuttora detenuto - . Aveva il viso gonfio e una ferita al mento”. Il processo è alle battute finali. Anche per Mario Masillo, la sentenza è attesa a breve.

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