Torre del Greco. Il corteo di motorini che sfrecciava ebbro di gioia davanti alla sede del comitato elettorale del candidato sindaco avversario è solo un ricordo. Decine di volti, centinaia di insulti alla candidata del Pd, Loredana Raia (oggi consigliere regionale) per sancire di essere il padrone della città. In un paese normale, un sindaco dopo la vittoria cede l’onore delle armi al candidato sconfitto. Nel caso di Ciro Borriello no. Correva l’anno 2014 e la coalizione di quello che, ironia della sorte, veniva chiamato il sindaco sceriffo, aveva appena vinto e puntava a prendersi la città. Dopo una campagna elettorale piena di insulti e colpi bassi. Come le foto pubblicate da profili fake che denigravano la sfidante. Tre anni circa di governo cittadino: valzer di deleghe, assessori, accordi e disaccordi. Su tutto l’ombra del maxi appalto per la nettezza urbana su cui è scivolato il chirurgo di via del Monte. Dalla mezzanotte di giovedì 17 agosto si chiude l’era Borriello, archiviando anche i sogni romani targati Lega Nord dell’ex primo cittadino che non ha ritirato le sue dimissioni. A guidare Torre del Greco arriva un commissario prefettizio d’esperienza, Giacomo Barbato (nella foto tratta da latinaoggi.it), precedentemente impegnato a Latina e esperto nella gestione di attività amministrative in realtà importanti. Intanto si guarda già al futuro, soprattutto in casa Pd. “Il Gruppo Consiliare uscente del Partito Democratico di Torre del Greco consapevole di tutto ciò, lavorerà d’intesa con il Segretario e il Direttivo cittadino, per formare un programma ed una squadra che sia finalmente degna di reggere le sorti della quarta città della Campania. Borriello rappresenta ormai un triste passato, il futuro è di coloro che con passione e senza tornaconti vorranno impegnarsi nella vita politica cittadina” si legge in una nota diffusa dal capogruppo Salvatore Romano.

Cui fa eco Clelia Gorga, l’avvocato civilista, in prima linea nella sfida a Borriello e alla sua politica in questi mesi: “L’esperienza del governo Borriello volge al capolinea per motivi che non avremmo mai desiderato. Chi ama Torre del Greco non può mai augurarsi che un governo cittadino si chiude per l’arresto del sindaco. Però, se la maggioranza, avesse raccolto il nostro grido d’allarme già qualche mese fa avrebbe evitato questo scempio. Dal punto di vista politica e senza entrare nel merito dell’inchiesta giudiziaria dalla quale emerge uno spaccato preoccupante, quest’amministrazione era agonizzante da tempo, lacerata da scontri e dissidi, tenuta in piedi da accordi sottobanco e poltrone. Noi ripartiamo da qui per la nostra Torre del Greco. Vogliamo una città che sia l’esatto opposto di chi l’ha amministrata. Libera, materna, accogliente e pulita” le sue parole.

In cui si parla anche di futuro: “Crediamo in un progetto di rinnovamento che metta volti nuovi e freschi al centro del dibattito politico. Un vento di cambiamento che spiri in direzione della città: con un occhio attento alle mamme, alle fasce disagiate, ai disabili e a tutti quelli che ancora guardano alla politica come soluzione dei problemi e non terreno di scambi illeciti.

Torre del Greco ha pagato uno scotto troppo alto a chi l’ha sfruttata ed a chi ne ha abusato. Ora dobbiamo proteggerla. E rilanciarla. Si parte da qui per dare fiducia a chi non crede più nella politica” conclude Gorga .

Si parla di "ripristino della legalità" in una nota stampa firmata dai deputati torresi Nello Formisano ed Arturo Scotto, esponenti di Articolo 1-Mdp: "Con la nomina del commissario prefettizio Giacomo Barbato, avvenuta questa mattina da parte del prefetto di Napoli, è stata ripristinata la legalità a Torre del Greco. Al prefetto Barbato rivolgiamo i migliori auguri di buon lavoro, ce n'è tanto da fare, e confermiamo la nostra piena, totale e completa disponibilità alla collaborazione istituzionale''.

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