Torre del Greco. Ucciso per "errore" dalla camorra: condannato il commando
Omicidio Cardone, fabbro innocente. Diciannove anni dopo ecco la sentenza
09-05-2017 | di Redazione

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Torre del Greco. Fu ucciso per sbaglio dalla camorra. Diciannove anni dopo l'omicidio sono 4 i killer condannati per il tragico "errore" di persona. "Errore" che, il 26 settembre '98, costò la vita a un giovane fabbro, Vincenzo Cardone, di 23 anni. Lui davvero era innocente. Non c'entrava proprio nulla in quella sanguinosa faida tra due clan: i Falanga da un lato, i Chierchia dall'altro.
La vittima, trucidata con 5 colpi calibro 7,65 esplosi nei pressi di un bar in via Litoranea, venne colpita mentre viaggiava in sella ad uno scooter. A sparare - secondo il gup del tribunale di Napoli - fu Antonio Mennella, alias 'o picciuotto, ora pentito di camorra, così come il boss Domenico Falanga 'a zagaglia, che disse ok all'agguato. Per entrambi, ieri, è giunta una condanna a 12 anni di reclusione.
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Sebastiano Tutti, invece, per vendicare l'uccisione del fratello Santo, ordinò la spedizione. Spedizione che aveva un altro obiettivo: Rosario Ramondo, ritenuto tra i responsabili dell'omicidio Tutti. Il mandante e l'ultimo componente del commando, Antonio Scognamiglio 'a mulignana, ieri hanno evitato l'ergastolo richiesto dal pm. I due sono stati condannati a 30 anni di galera.
Ad ingannare i killer fu lo scooter utilizzato dalla vittima. Vincenzo Cardone, 23 anni, fabbro innocente, l'aveva prestato per un paio di giorni al reale obiettivo dei sicari. Ma Rosario Ramondo, proprio il giorno dell'agguato, restituì il mezzo al giovane. Fatale, infine, lo "scambio" di persona.
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