Traffico di droga e spaccio in tutta Italia, 141 indagati: tremano i clan del Vesuviano
L’Antimafia: “Sei gruppi criminali con base in Campania”. Coinvolti Gionta, Cavalieri e Aquino-Annunziata
17-03-2016 | di Salvatore Piro
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TORRE ANNUNZIATA/BOSCOREALE. Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e spaccio di cocaina, hashish e marijuana nelle principali piazze della Campania: Torre Annunziata, Boscoreale, Pompei, Scafati, Caivano, Napoli, Giugliano, Casalnuovo e Castelvolturno. E’ un vero terremoto giudiziario quello appena “scoperchiato” dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli, che ha chiuso una vastissima inchiesta anti-droga capace, forse, di dare la definitiva spallata a 6 clan: 141 gli indagati a vario titolo (tutti i nomi al link in basso). Tra questi – secondo i Sostituti Procuratori Ida Teresi e Luigi Landolfi – gli elementi di spicco dei Gionta e dei Cavalieri di Torre Annunziata. Un avviso di garanzia è in arrivo anche per Francesco Casillo, alias “a’ vurzella”, ras degli Aquino-Annunziata di Boscoreale, oggi in carcere a scontare pene definitive per associazione mafiosa ed omicidio aggravato.
NOMI ECCELLENTI. Tra gli indagati anche Pasquale Gionta “o’ chiatto”, figlio di don Valentino, il fondatore della cosca di via Bertone, in cella al 41-bis come suo padre. E poi: Alessandro Fiorente, il ‘fratellino’ del narcos latitante Pasquale, punto di riferimento dei clan del Vesuviano in Spagna, già condannato a 20 anni nell’inchiesta “Dama Bianca” sul traffico di coca dal Venezuela. A capo di uno dei 6 gruppi di narcos e pusher c’era Ciro Capasso, cui l’Antimafia contesta l’aggravante della finalità camorristica, per aver agito favorendo l’attività del clan Abbinante degli “Scissionisti” di Scampia.
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IL ‘SISTEMA’. Una struttura articolata in 6 distinti gruppi, ciascuno impegnato nell’acquisto, distribuzione e commercio soprattutto di cocaina, con diverse basi in Campania e ramificazioni in tutta Italia. Il “sistema” capillare della droga – per l’accusa - si spingeva fino a Foggia, Catania, Bologna, Senigallia, Montecatini, Teramo e Roma. In alcuni casi si usciva dall’Italia, sfruttando mezzi procurati da narcos operanti su scala transnazionale. In Olanda e in Spagna. Tra i presunti intermediari anche il croato Darko Prodavonic e il dominicano residente a Barcellona Jose Arturo De La Rosa Mendez. Le innumerevoli cessioni di dosi risalgono al 2006 e al 2007.
TUTTO COLLEGATO. L’indagine rappresenta l’atto finale del blitz che il 16 luglio 2013 portò agli arresti di 46 persone, accusate a vario titolo di associazione mafiosa e traffico internazionale di cocaina: un affare milionario, messo su importando cocaina dal Venezuela con la regia di “broker” napoletani a Valencia. A Torre Annunziata si scoprì che era Gaetano Di Ronza la figura-cardine. A Pompei, Boscoreale e Scafati, agivano i coniugi Carmela Baldassarre e Francesco Alfano. Coinvolti nello stralcio principale anche i clan Lo Russo e Castaldo, attivi nel napoletano, e i Pecoraro di Battipaglia.
foto archivio
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