Viaggi della speranza fantasma e fantomatiche visite mediche mai svolte in Francia: è partito al tribunale di Napoli il maxi-processo ai 31 componenti dell’A.N.T.E., l’associazione nazionale trapiantati epatopatici, che secondo gli inquirenti avrebbero truffato il Servizio Sanitario Nazionale per oltre un milione di euro. Come? Ottenendo indebiti rimborsi mensili per consulti medici in realtà mai effettuati presso l’Ospedale “Paul Brosse” di Villejuif.

Tra i 31 alla sbarra, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, truffa ai danni del Servizio sanitario e contraffazione di documenti, anche i torresi G.P., classe ’45, difeso dall’avvocato Ciro Ottobre e R.C., di 66 anni, assistito dal legale Michele Riggi. Imputato anche il presidente dell’A.N.T.E., il 65enne Francesco Morelli, che nel 2010 si candidò al consiglio regionale della Campania per la DC.

IL SISTEMA. A svelare al pm della Procura di Napoli, Raffaello Falcone, il sistema dei presunti soggiorni di piacere parigini, è stato in aula l’ufficiale di pg che condusse la maxi-inchiesta partita nel 2006. Secondo quanto emerso dalle indagini, i trapiantati si facevano rimborsare le visite presentando una falsa documentazione: fatture di alberghi e ristoranti francesi, ricevute di tragitti in taxi mai effettuati. E ancora, attestazioni di spese rilasciate da agenzie di viaggio italiane e biglietti di trasporto aereo, carte d'imbarco e biglietti ferroviari. Nel corso dell’inchiesta i carabinieri dei Nas sequestrarono anche certificati medici, timbri di strutture ricettive e ricevute fiscali in bianco per la consumazione di pasti a bordo treno.

A gestire il sistema, tra gli altri, proprio il presidente dell’A.N.T.E. Per l’accusa Francesco Morelli, servendosi dell’associazione malati al fegato, riusciva ad istruire le pratiche da trasmettere al Centro Regionale Trapianti della Regione Campania, ottenendo così il rilascio delle autorizzazioni per il trasferimento e le cure presso un centro estero ad altissima specializzazione. Il cerchio si chiudeva - secondo gli inquirenti - liquidando i rimborsi delle spese documentate, riconosciute ai pazienti grazie alle autorizzazioni regionali. 

LE CIFRE. Le persone coinvolte avrebbero ottenuto dalle competenti aziende sanitarie locali rimborsi pari a circa 2mila euro al mese. Tra le false fatture contestate anche quelle relative a prenotazione voli “Easyjet”, per la tratta Napoli-Parigi e ritorno, da quasi 500 euro a passeggero, pernottamenti record da 1.518 euro presso l’albergo “France Hotel” e falsi biglietti ferroviari per due adulti da Parigi-Bercy a Roma Termini del costo di 360euro. Il Ministero della Salute si è costituito parte civile, chiedendo i danni a processo.  

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