Tripudio di applausi a scena aperta per la presentazione dell’Inno al Santo Patrono.

La manifestazione si è svolta presso l’omonimo Santuario nella piazza grande del paese vesuviano alla presenza di autorità civile e militari, tra cui il senatore Pietro Langella e i sindaci del nostro comprensorio.

Inimmaginabili le forze artistico-culturali messe insieme, armonicamente, per un momento religioso e spirituale che possiamo definire indimenticabile.

La Fanfara del “10° Reggimento Carabinieri Campania” diretta dal nostro concittadino M° Maurizio Pollio, la Gran Corale “Santa Maria del Lauro” di Meta di Sorrento magistralmente diretta dal M° Roberto Altieri, un gruppo del coro “Ars Nova” di Trecase, il soprano Rosa Francescone, l’oboista Giovanni Borriello, gli ottoni del gruppo “Città di Angri”,  l’arpista Cira Romano che ha curato anche i sottofondi delle declamazioni di Raffaele Viviani presentate dall’attrice Lidia Ferrara che ha aperto la serata, ed infine la ciaramella di Giovanni Saviello che ha creato, in aggiunta a tutte le stupende melodie, strumentazioni ed armonie della composizione, un particolare clima pastorale.

 Il Maestro Giuseppe Balzano, autore dell’inno, con la sua solita semplicità di espressione, ha voluto rimarcare alcuni aspetti, che esulano dalla sua bravura e competenza che tutti gli hanno omaggiato con una marea di applausi e richieste di bis.

Ci ha spiegato, in primis, che per la creazione del testo si è sempre confrontato con il rettore parroco don Aniello Gargiulo, guida spirituale del Santuario di “Santa Maria delle Grazie e San Gennaro”.

Balzano ha, poi, puntualizzato “L’impronta storica data al brano insieme alla valenza teologica era d’obbligo per la valorizzazione del territorio e questa è stata la linea di confronto, come pure la tematica della speranza, anelata dal parroco e concordata, senza la quale la fede non trova ispirazione e forza vitale.

La musica è frutto di studi e ascolti decennali dei maestri avuti a cui devo tanto, in primo luogo al compianto M° Amedeo Tosa”.

Ma alla domanda di come è riuscito a mettere insieme musicalmente l’impensabile e l’impossibile, ci ha risposto sempre come è suo solito, con quell’atteggiamento di sobrietà, senza veli di pretese o di individualismi: “Tempo, amore, rispetto per le cose, confronto, stima per gli altri, ascolto, saper attendere, chiedere aiuto, cercare sentimenti comuni, cercare le persone giuste e con intenti morali comuni, imparare dagli altri, voler bene al proprio paese, creare armonia, valorizzare chiunque offre la sua presenza, mettersi da parte.

Il tutto si riassume in una sola parola: "umiltà”.

“ Il canto a San Gennaro si offre con tutte le forze spirituali, sentimentali, artistiche e professionali ma si offre a lui, allora ci vuole anche l’umiltà di maturare dentro di noi i momenti giusti per offrire il meglio, ma in silenzio, lavorando per il futuro e mettendosi a disposizione anche e soprattutto di chi ne sa più di noi.

E colgo l’occasione per ringraziare oltre il parroco anche i maestri Pollio e Altieri che mi hanno fatto maturare e arricchire durante la preziosa collaborazione, come tutte le maestranze in campo.

L’inno va eseguito come è stato scritto: ove possibile con accompagnamento bandistico e in forma processionale.

Che dire vorrei sperare che l’anno prossimo ci sarà la partecipazione delle scuole, di tutte le forze culturali possibili del territorio, quelle civili, presenti già quest’anno come anche il comitato festa, ma tutti in spirito di umiltà per un nuovo momento di gloria per il nostro Santo protettore San Gennaro e noi sempre piccoli silenziosi servitori del bene e del bello”.

NINO VICIDOMINI

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