E' considerato tra i Tribunali più efficienti d'Italia. Lo dice l’ultima ricerca di Italiadecide, realizzata in collaborazione con Intesa San Paolo, che esamina le performance dei Tribunali italiani in termini di smaltimento dell’arretrato e durata media dei procedimenti civili.

A fondamento dello studio, condotto dall’associazione di ricerca e sostenuto dall’istituto di credito, c’è la preoccupazione per la strettissima correlazione tra reputazione della giustizia civile e spread.

È comprovato, si legge nell’introduzione alla relazione, che proprio la mancanza di efficienza ed efficacia del sistema giudiziario italiano scoraggia gli investimenti nel Paese, comprime la crescita dimensionale delle imprese, incentiva la “fuga di cervelli” e disincentiva l’immigrazione qualificata; la mancanza di certezza del diritto favorisce comportamenti opportunistici, in un clima poco trasparente e non meritocratico.

Le conclusioni della ricerca, mettono in luce un miglioramento rispetto al precedente quinquennio di osservazione, rappresentato dalla riduzione dell’arretrato di 275 mila contenziosi (oltre il 47% dell’intero arretrato al 2014) e la diminuzione del numero di nuove iscrizioni (in gran parte corrispondente al periodo delle chiusure per Covid-19).

Tuttavia l’Italia resta ancora il paese con il più alto tasso di arretrato, con tempi troppo lunghi per la definizione dei processi e un’immagine di forte litigiosità.

La principale criticità, per i ricercatori di Italiadecide, risiede nella durata dei procedimenti (disposition time), che è oltre il doppio di quella registrata in Germania, nonostante la significativa produttività dei giudici italiani.

Interessanti risultati emergono dall’esame condotto dai ricercatori sulle performance dei singoli Tribunali.

Il Tribunale più performante nell’ultimo quinquennio è stato quello di Marsala, e quello di Sulmona si è attestato in quinta posizione. Più nel dettaglio la ricerca divide i risultati distinguendo i Tribunali con meno di 5000 iscrizioni annue, da quelli sopra le 10 mila iscrizioni.

Tra i primi, le migliori performance (in termini di durata dei procedimenti, abbattimento dell’arretrato ultra triennale, disposition time e clearance rate) sono nell’ordine Marsala, seguita da Savona, Ferrara, Crotone, Chieti Trapani, Pordenone, Busto Arsizio, Aosta e Vercelli.

Tra i secondi, troviamo al primo posto Napoli Nord, seguito da Torino, Palermo, Taranto, Roma, Torre Annunziata, Lecce, Velletri, Milano e Trani. I cinque Tribunali con la peggiore performance sono Catania, Bari, Santa Maria Capua Vedere, Salerno e Messina.

I miglioramenti più ampi dal 2017 al 2022 sono stati registrati nei Tribunali di Foggia, Crotone e Locri, con oltre 300 giorni di riduzione della durata media effettiva dei procedimenti civili, anche se la situazione resta ancora critica, con 799 giorni di media a Foggia e 586 a Locri.

I risultati delle analisi confermano che né la dimensione del Tribunale, né la localizzazione geografica incidono in maniera determinante sulla performance, quanto piuttosto la capacità operativa del singolo Tribunale.

La conclusione dello studio spinge dunque ad una rilettura critica del pensiero che ispirò la Riforma del 2012, secondo il quale Tribunali più grandi hanno una migliore performance.

Un altro pensiero comune, che la relazione contribuisce a sfatare, è quello secondo il quale la litigiosità italiana sarebbe correlata proporzionalmente al numero degli avvocati.

È vero che il numero di avvocati in Italia è doppio rispetto a quello della Germania e addirittura quadruplo rispetto alla Francia, eppure la corrispondenza con il tasso di litigiosità, che appariva nei dati del passato non è più evidente.

Mentre il numero di avvocati resta infatti significativamente superiore a quello degli altri Paesi, e continua a crescere piuttosto che diminuire, i livelli di litigiosità sono in forte decremento, arrivando ad allinearsi alla media degli altri Paesi.

L’elemento rilevante ai fini della performance, conclude lo studio, appare quello dell’adozione di modelli organizzativi e gestionali di lavoro interni ai Tribunali.

Molti Tribunali, specie quelli di maggiori dimensioni con oltre 100 magistrati o in alcuni casi oltre 300 magistrati, si avvicinano per complessità organizzativa e gestionale ad aziende di medie e grandi dimensioni.

In questo senso sono rivolti gli sforzi del legislatore dell’ultima Riforma, attraverso la promozione di vari strumenti, tra cui la mappatura dei profili e delle competenze, le tabelle di organizzazione dei Tribunali, l’ introduzione/estensione dell’ufficio del processo, la digitalizzazione della giustizia.

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