Troppi contagiati all’interno delle carceri della Campania.

La cosa è evidenziata in una nota sottoscritta da cinque sigle sindacali della polizia penitenziaria (Osapp, Sinappe, Uil Pa PP, Uspp e Fns Cisl) che annunciano la proclamazione dello stato di agitazione con il rifiuto alla partecipazione alle convocazioni indette dalle direzioni penitenziarie sui protocolli locali Covid 19.

"L'aumento vertiginoso di contagi sia tra il personale dipendente che tra i detenuti – si legge -  soprattutto in Campania, ci costringe a riflettere sull'efficacia delle misure di contenimento messe in atto dall'amministrazione penitenziaria".

"È ancora vivo nei nostri cuori - ricordano i sindacati - il dolore per la perdita di un altro collega che prestava servizio presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere che, purtroppo si aggiunge alla triste lista dei decessi che ha coinvolto anche il dirigente sanitario di Secondigliano. Non possiamo più tollerare questa modalità di gestione dell'emergenza a tutti i livelli”.

Denunciato un aumento esponenziale di contagi nelle ultime settimane: “Probabilmente, se fossero state raccolte le nostre grida di allarme lanciate da tempo – continua la nota -  avremmo potuto fronteggiare l'emergenza con i quantitativi necessari di dispositivi protezione individuali, mascherine, tute, guanti, barriere para fiato, gel igienizzanti sono a dir poco insufficienti e spesso bisogna elemosinare ciò che dovrebbe essere un diritto fondamentale, il diritto alla salute Costituzionalmente garantito, a poco servono i protocolli di sicurezza se poi non sono attuabili con le risorse a disposizione".

"Piuttosto serve un potenziamento di risorse umane e materiali, ad oggi non si riescono a garantire neanche i cambi ai colleghi per consumare i pasti. I turni di servizio vanno ben oltre le sei ore lavorative anche nei servizi di piantonamento e nei reparti COVID, dove i poliziotti penitenziari spesso si ritrovano impiegati senza idonei dispositivi di protezione – si legge nella nota - Le condizioni dei luoghi di lavoro, compresi i servizi igienici, sono sempre più fatiscenti, nonostante le nostre molteplici segnalazioni”.

"In questo scenario sempre più insostenibile, - concludono i cinque sindacati - in segno di protesta proclamano lo stato di agitazione e non sottoscriveranno alcun protocollo locale COVID in tutte le sedi periferiche. Nel contempo chiediamo al Provveditore, i qualità di organo ispettivo, di farsi garante del rispetto delle norme sulla sicurezza e l'igiene dei luoghi di lavoro da parte delle singole direzioni, nonché del rispetto delle relazioni sindacali, sempre più rarefatte".

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