Nella mattinata di oggi, i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Castellammare di Stabia hanno eseguito un'ordinanza di arresto domiciliare, emessa dal GIP del Tribunale di Torre Annunziata nei confronti di Luca Franco, avvocato indagato per aver incassato indennizzi assicurativi per sinistri mai avvenuti e per aver indotto all’errore sanitari nella compilazione di referti medici falsi. 

L'indagine è nata dalla denuncia proveniente dall'ufficio Audit della banca Unicredit in relazione alla condotta tenuta da un dipendente della filiale "Private banking" di Castellammare di Stabia, del citato istituto di credito. Il bancario ha consentito all'avv. Franco di incassare decine e decine di assegni non trasferibili su di un suo conto, nonostante l'avvocato non fosse il beneficiario dei titoli.

Dalle indagini è emerso che gli assegni, versati in maniera seriale tra il 2013 ed il 2014 sul conto del professionista, erano riferibili a rimborsi assicurativi ed ammontavano ad una somma di quasi 200mila euro.

E' stato quindi disposto il sequestro dei fascicoli afferenti le pratiche di rimborso assicurativo che hanno avuto origine dalle richieste inoltrate dall'avvocato Franco e che si erano concluse con l'incasso dei menzionati titoli.

L'analisi incrociata dei dati documentali e finanziari, anche con riferimento a pratiche assicurative del 2015, ha consentito di rilevare numerosissimi elementi di anomalia all'interno di queste ultime. In particolare, balzava all'occhio come molti soggetti fossero coinvolti in più incidenti, ma con ruoli diversi in ciascuno di essi. Uno stesso soggetto, per esempio, aveva rivestito, in casi diversi, la differente posizione di danneggiante, danneggiato o di testimone del sinistro.

L’ulteriore corso delle indagini, con l'acquisizione di ulteriori dati documentali e l'ascolto di numerosi testimoni, ha permesso di accertare la falsità di almeno 11 sinistri oggetto dell'attività "professionale" del professionista.

L'avvocato era solito pagare le persone che si prestavano a rivestire il ruolo di "falso testimone", quasi sempre soggetti assai indigenti, mediante il versamento di piccole somme di denaro, dai 50 ai 100 euro.

Almeno in un paio di occasioni l'indagato ha anche cercato di inquinare le prove. In particolare, avendo saputo che alcuni "falsi testimoni" erano stati convocati presso l’Ufficio di Procura per fornire spiegazioni rispetto alla dinamica di sinistrai (mai avvenuti), ha spiegato loro come avrebbero dovuto rispondere alle domande del P.M. in modo da non consentire l'accertamento della verità. 

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