CASTELLAMMARE. Serate, feste, matrimoni ed eventi nei locali ‘in’ della penisola sorrentina, senza versare quasi un soldo alla ‘Siae’. Si è chiusa con due condanne in abbreviato - rispettivamente a 10 e 4 mesi di reclusione - e cinque rinvii a giudizio l’inchiesta ‘Regno Pulito’, condotta nel 2013 dai militari della Guardia di Finanza di Massa Lubrense e di Torre Annunziata per i quali, tra Castellammare e Sorrento, “esisteva un sistema radicato” di tariffe con sconti agli amici e ‘soffiate’ sui controlli dei mandatari ‘Siae’ presso pub e discoteche della Costiera.

‘Cricca’ che – secondo il pm della Procura di Torre Annunziata, Silvio Pavia – consentiva in pratica “di non versare l'emolumento per il diritto d'autore, collegato al rilascio del permesso” previsto dalla legge per l’intrattenimento musicale: alla sbarra, all’esito della prima tranche d’indagine, finirono in sette tra musicisti e funzionari ‘Siae’, accusati a vario titolo di rivelazione di segreto d’ufficio, falso e abuso d’ufficio.

LA SENTENZA. Dieci mesi di reclusione per Eduardo ‘Edo’ Martone, 48enne di Sorrento e volto noto della movida in penisola. Condannato a 4 mesi, invece, il 61enne funzionario ‘Siae’ di Pagani Alfonso Pepe. Il gup Giovanni de Angelis, del tribunale di Torre Annunziata, ha infine rinviato a giudizio i due ex mandatari della Società italiana autori ed editori. A processo a maggio anche il 55enne ex accertatore ‘Siae’ Aniello Acanfora, difeso dall’avvocato Antonio De Martino. Stessa sorte per il suo vecchio collega Alberto Somma, 38 anni di Piano di Sorrento, e per Giuseppe Angelo Di Pietro (54, prima dipendente di un albergo di Sant’Agnello). Nel corso dell'inchiesta, per verificare i sospetti, i militari della Guardia di Finanza si infiltravano in feste di matrimonio, comunione e battesimi. In alcuni casi i finanzieri, confondendosi tra gli invitati, si fingevano interessati ad organizzare cerimonie nei locali.

(di Salvatore Piro)

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