Una lettera aperta, a muso duro. Animata dall'intento di rivendicare un diritto sacrosanto come quello allo stipendio - da appurare, a questo punto, gli effettivi termini della vicenda - ma condita da evidenti inesattezze. Pasquale Santosuosso ha accusato il presidente Giugliano ed il diesse Vitaglione "di essere scappati con la cassa", così come già accaduto a Nola ed Angri. Nella stagione appena conclusasi, che ha visto la Turris trionfare ai danni di un'arcigna Sessana, la società avrebbe beneficiato "di incassi sontuosi", fatti sparire letteralmente nel nulla. Interpellata in modo da consentirle la dovuta replica, la società corallina ha fatto sapere che provvederà a stretto giro a diramare una nota ufficiale cui affiderà la propria risposta agli addebiti rivolti dall'ex tecnico.

Non è escluso che Giuseppe Giugliano e Checco Vitaglione scelgano di adire anche le vie legali, querelando l'allenatore, viste le diffamanti accuse rivolte loro. In attesa del comunicato stampa preannunciato dalla società e tenuto conto delle perplessità che l'intervento di Santosuosso ha immediatamente scatenato tra i tifosi, pare doveroso evidenziare alcune inesattezze in cui è incappato Pasquale Santosuosso. Alcune delle circostanze addotte dal tecnico risultano infatti in parte sconfessate da quanto pubblicamente dichiarato dai diretti interessati, altre attengono invece ad aspetti e questioni che esulano dall'esperienza che lo stesso Santosuosso ha maturato a Torre del Greco e di cui lo stesso non poteva quindi avere precisa conoscenza.

GLI STIPENDI NON CORRISPOSTI. Nella lettera aperta indirizzata agli organi di stampa, Santosuosso ha lamentato la mancata corresponsione degli stipendi da ben quattro mesi, precisando che nella stessa condizione verserebbero tanto i calciatori quanto i suoi collaboratori. Circostanza, questa, sconfessata però da quanto emerso nell'incontro svoltosi nella sala stampa del Liguori proprio il sabato santo, una settimana prima della sfida interna contro il Gladiator, dopo il post pubblicato da Rosario Majella su un social network, che sollevò un autentico ciclone di polemiche.

In quella circostanza, in presenza anche di alcuni tifosi, squadra e tecnico precisarono la propria posizione e le proprie richieste nei confronti della società. In sostanza, non si lamentavano pendenze, ma si chiedevano garanzie circa le spettanze di marzo ed aprile. Nessun cenno, insomma, alle quattro mensilità che adesso Santosuosso lamenta ancora pendenti. Nel silenzio dei tesserati, chiamati comunque in ballo dal tecnico, si attende a questo punto l'intervento della società, se non altro per provare a tracciare i reali confini della vicenda. Una vicenda incresciosa. Strascichi e polemiche decisamente poco edificanti, per una parte come per l'altra, che vanno inevitabilmente a macchiare una stagione che ha invece visto la Turris protagonista assoluta sul rettangolo verde.

GLI INCASSI SONTUOSI. Tra i vari interrogativi sarcasticamente rivolti al duo Giugliano - Vitaglione, l'ex tecnico corallino ha inserito quelli relativi agli ingenti incassi stagionali ed ai corposi contributi ricevuti dall'Amministrazione Comunale. "Che fine hanno fatto i ricchissimi incassi maturati durante il campionato alle partite della Turris? Dov'è finito il lauto contributo dell'amministrazione comunale?". Nessun contributo, nemmeno simbolico, è stato in realtà corrisposto dall'Amministrazione Comunale. Quanto agli incassi, gli unici realmente degni di nota sono stati quelli contro Sessana e Gladiator, quest'ultimo destinato dalla società corallina al riscatto del marchio storico.

LE PRECEDENTI GESTIONI. Esorta Giugliano ed il suo fido Vitaglione a pagare gli stipendi ed a saldare ogni altra pendenza, Pasquale Santosuosso, richiamando a modello le precedenti gestioni targate Gaglione e Moxedano, abili a lasciare la società con un bilancio in attivo. Le dinamiche della storia recente della Turris, però, lasciano emergere verità profondamente diverse. Non proprio impeccabile la gestione economica di Gaglione, tanto che, al momento dell'avvicendamento con Moxedano, si rese necessario trapiantare a Torre del Greco il titolo della Neapolis, così da evitare problemi di ammissione in un'eventuale Lega Pro, a cause delle riscontrate pendenze. Sempre con riferimento a Gaglione, è evidentemente inesatto affermare che il marchio storico sia stato regalato. La cessione ha infatti avuto un costo di 10mila euro. Questa la cifra pretesa dall'ex presidente al momento della sottoscrizione dell'accordo. Una somma utile per coprire i costi di gestione del comunale, di cui si sono fatti carico Giugliano ed il diggì Calce, e senza la quale i tifosi mai si sarebbero potuti riappropriare della storica "T". Quanto a Moxedano ed alla sua gestione economica, ogni discorso sarebbe superfluo viste le sorti del titolo della Neapolis. Da ultima, una precisazione indicata da fonti societarie circa il contratto a costo zero sottoscritto dal tecnico. Si sarebbe trattato di una scelta dello stesso Santosuosso, per preservare ulteriori fonti di reddito. Al di là delle contraddizioni rilevate, resta chiaramente la denuncia sollevata dal tecnico. Una denuncia grave, rispetto a cui la società dovrà necessariamente prendere posizione, anche allo scopo di fornire le dovute rassicurazioni alla piazza in ottica futura.

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