Uccisa dall’ex compagno, il dolore di Vico Equense: “Non abbiamo saputo proteggerla”
La toccante omelia di don Maurizio nella chiesa di Moiano. E l’inchiesta va avanti, i pm: “Agito con ferocia”
19-08-2023 | di Marco De Rosa
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Tanta preghiera. Il dolore che avvolge i volti e l’anima di amici, parenti e conoscenti di Anna per l’ultimo saluto prima del suo viaggio in Paradiso. La comunità di Vico Equense è ancora sotto choc per la morte della donna, uccisa dal suo ex compagno. Lui non ha accettato la fine della loro relazione, ha deciso per lei quale dovesse essere il suo tragico destino.
L’OMELIA. Nessuno ha voglia di parlare sul sagrato della chiesa di San Renato Vescovo a Moiano. Lì dove Anna era amata e conosciuta da tutti. “Anna ha avuto coraggio e non si è mai risparmiata – ha detto don Maurizio nella sua omelia -. Aveva paura ma ha continuato a lavorare. Bisogna avere più attenzione per ciò che accade nelle nostre famiglie e nelle case accanto a noi. Chi ha vergogna di chiedere aiuto non può restare solo. Dobbiamo vigilare sui gesti più piccoli, tanti drammi iniziano con uno schiaffo o una parola. Nessuno può restare indifferente. Ora ci sentiamo tutti vittime e feriti, ma facciamo fatica a capire il terrore e la paura che ha vissuto Anna. Non abbiamo saputo o potuto difendere. Ecco perché siamo tutti chiamati a sentirci più responsabili e a fare qualcosa. Questa morte ci fa chiedere scusa, ma dobbiamo cambiare – ha ammonito il parroco -. Nessuna violenza o litigio è un fatto privato. Anna poco prima di morire aveva pregato, non solo non dobbiamo dimenticare ma avere il coraggio di dire basta. Alle autorità chiediamo che non accada più”.
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L’INCHIESTA. Un delitto compiuto con "inaudita ferocia" e "in spregio del rapporto sentimentale che legava la vittima e l'indagato". Questo è quanto ha dichiarato il procuratore di Torre Annunziata Fragliasso. Armato di coltello, Ferraiuolo ha atteso per oltre un'ora la ex per ucciderla. E su questo particolare si poggia l'aggravante della premeditazione contestata dagli inquirenti all'uomo, nato a Piano di Sorrento ma residente a Sant'Agnello, sul quale pendono i reati di omicidio aggravato dalla premeditazione, lesioni e porto d'arma da taglio e occultamento di cadavere. Poi ci sono i maltrattamenti.
I SEGNALI. L'omicidio ha avuto importanti segnali di pericolo. Anna aveva subìto due aggressioni in due giorni, tra il 24 e il 25 luglio, con pugni e schiaffi presi a casa di un'amica e in spiaggia. E, in aggiunta, i danni, sempre per mano dell'ex alla sua Citroen C3 (dove poi è stata ritrovata senza vita) e le minacce di morte - "vai a togliere la denuncia... quanto torno t'acciro (ti uccido) proprio..." - per costringerla a ritirare le denunce nei suoi confronti, corredate dall'accusa di tradimento. Si dovrà capire il perché le Forze dell’Ordine non abbiano attivato il “codice rosso” previsto nel caso di specie.
LA FAMIGLIA. “I segnali c’erano tutti, che fosse in pericolo era ormai chiaro e nonostante ciò nulla è stato fatto per impedire a quell'uomo che la uccidesse". Questo il commento di Giovanni De Gennaro, legale della famiglia di Anna. "Negli ultimi tempi – continua – lei aveva deciso di vivere la sua vita normalmente, nonostante i consigli dei fratelli, che le chiedevano maggiori cautele. Ovviamente evitava i luoghi isolati ma non è bastato”.
E sono stati tanti gli applausi all'uscita del feretro. Un omaggio a una donna che con coraggio ha affrontato le avversità della vita, ma non ha saputo difendersi dal suo aguzzino, finendo per volar via troppo presto da questa terra.
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