Torre del Greco. Il pm della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, Marco Mansi, chiude in fretta le indagini sull’omicidio “choc” del 19 aprile scorso nella villetta di via Nazionale 940.

Umberto Scassillo (70), saldatore in pensione, uccise quel giorno con un solo colpo di piccone, mirato e preciso alla testa, sua moglie Ida Fontana, di un anno e mezzo più grande. Subito dopo il delitto Scassillo si costituì in caserma, fornendo ai Carabinieri della vicina via dei Mille la sua “versione”: “Mi sentivo trascurato, da mia moglie e dai miei figli, nonostante avessi lavorato una vita intera per dare a tutti un futuro sereno”.

Una secca ammissione di colpa, senza se e senza ma. Anche per questo, in base alla “evidenza della prova” ed alla “collaborazione” dell’indagato, la pubblica accusa oggi chiede per Scassillo il giudizio immediato, inviando per competenza il fascicolo alla Corte d’Assise di Napoli. Per la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, inoltre, non ci sarebbe alcuna aggravante da contestare al killer, che “quel giorno agì in preda solo ad un raptus di follia”. Dunque, senza alcuna premeditazione.

Due, ora, le strade per la difesa di Scassillo (assistito dagli avvocati Michele Riggi e Ivanmarcello Severino): affrontare il processo in immediato a Napoli, saltando l’udienza preliminare, o puntare più verosimilmente allo sconto di un terzo della pena, chiedendo la definizione del giudizio con rito abbreviato. In quest’ultimo caso, riducendosi l’entità della condanna, gli atti tornerebbero al Tribunale di Torre Annunziata.   

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