La mamma di Giovanni aveva chiesto che venga fatta preso giustizia. E i due quindicenni di Torre Annunziata andranno a giudizio immediato con l'accusa di avere accoltellato a morte il figlio. Chiuse le indagini sulla morte del diciottenne ucciso la sera del 10 aprile scorso al Luna Park di via Nazionale per difendere un amico che sarebbe stato aggredito a colpi di casco mentre era in fila alle giostre. 

In sei mesi da quella terribile violenza la Procura per i Minorenni (procuratrice Maria de Luzenberger, sostituto Claudia De Luca) ha chiuso la fase investigativa e ha avanzato richiesta di giudizio immediato per i due ragazzini di Torre Annunziata, due studenti arrestati già durante quella turbolenta notte dai poliziotti del commissariato di Torre del Greco che hanno condotto le indagini lampo.

Inutili i soccorsi per Giovanni che arrivò al pronto soccorso dell'ospedale Maresca già privo di vita, colpito da diverse coltellate. La difesa, i due imputati sono assistiti dall'avvocato Mauro Porcelli e non hanno mai confessato il delitto respindendo le accuse, hanno chiesto di poter accedere ad un rito alternativo e di poter affrontare il processo in abbreviato, per poter usufruire, in caso di eventuale condanna, di uno sconto di un terzo della pena. Contro i due le testimonianze degli amici di Giovanni, nella lite ferito anche un altro ragazzo che era in compagnia della vittima e le immagini della videosorveglianza. In un filmato registrato da una telecamera all'esterno del Luna Park si vedono i due ragazzini in scooter che fuggono dal luogo del delitto.

Sul loro scooter trovate anche tracce di sangue che i due avrebbero giustificato dichiarandosi vittime di una rissa. Peccato sia la stessa in cui Giovanni ha perso la vita.

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