Venne ucciso 7 mesi fa mentre accompagnava figlio e nipote a scuola.

Un agguato che ha altri due colpevoli, ritenuti responsabili dei reati di omicidio, tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo, incendio, ricettazione, aggravate dalle finalità mafiose. Si tratta di Giovanni Salomone, 52enne di origini milanesi e di Giovanni Borrelli, 50enne di Portici.

Il provvedimento cautelare è stato emesso all’esito di una intensa ed articolata attività di indagine, condotta congiuntamente dalla Squadra Mobile di Napoli e dal Nucleo Investigativo di Napoli, che ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati in relazione all’omicidio di Luigi Mignano, 57enne di San Giovanni a Teduccio. L’agguato fu commesso il 9 aprile scorso in via Ravello, mentre la vittima stava accompagnando a scuola il figlio e il nipote. Quest’ultimo rimase ferito nel corso della sparatoria.

Le indagini, scattate subito dopo l’efferato delitto davanti a bambini e genitori che li stavano accompagnando a scuola, avevano già permesso di eseguire un fermo, eseguito il 4 maggio 2019, nei confronti di 7 persone, elementi apicali ed affiliati al clan D’Amico, articolazione del gruppo camorristico Mazzarella operante nel quartiere di San Giovanni a Teduccio.

L’attività investigativa ha consentito di raccogliere ulteriori indizi che, oltre a far emergere responsabilità nei confronti degli altri componenti del commando, oggi tratti in arresto, hanno permesso di ricostruire in maniera definitiva tutte le fasi dell’azione delittuosa, che va ricondotta nell’ambito della contrapposizione armata tra i clan Mazzarella e Rinaldi, per il controllo delle attività illecite nell’area orientale del capoluogo campano.

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