“Un omicidio che sto vivendo con angoscia. Come quello di mio marito. Molti indignati, tanti mortificati, ma tanti altri in un silenzio assordante”.

E’ l’appello di Beatrice Federico, la vedova di Raffaele Pastore, l’imprenditore che fu ucciso dalla camorra perché si ribellò al pizzo. Anche lei, così come un’intera comunità, è rimasta sgomenta dopo l’efferato assassinio di Maurizio Cerrato. E anche lei, come migliaia di persone e cittadini, cercano risposte a una crudeltà che non lascia spazio alla pietà.

Con le indagini dei carabinieri che continuano in maniera serrata, i principali ostacoli da superare sono omertà e silenzi. Proprio Beatrice Federico, negli ultimi anni a Torre Annunziata, ha sottolineato quanto sia importante avere il coraggio di denunciare. Il coraggio avuto proprio da suo marito, Raffaele Pastore, riuscito se non altro a portare avanti l’ideale di libertà che è servito alla stessa moglie Beatrice per andare avanti.

“Quanta cattiveria tenete in serbo – ha continuato Beatrice, riferendosi ai criminali -. Una città ridotta allo stremo da comportamenti camorristici, annichilita, morente, senza una economia. Sono vicina al dolore della Famiglia, la misericordia di Dio lenisca le vostre ferite e vi dia la forza di affrontare questa brutta tragedia”.

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