“C’era anche Antonio Cirillo quando abbiamo aggredito Maurizio Cerrato”. Non è un vero e proprio scaricabarile, ma poco ci manca. E’ quanto si legge nel decreto di fermo emesso dalla Procura di Torre Annunziata. A riferirlo agli investigatori sono i fratelli Giorgio e Domenico Scaramella, nel corso delle dichiarazioni spontanee rese in caserma il giorno dopo l’omicidio. E’ quest’ultimo a dirlo per la prima volta alla pm Giuliana Moccia. “Specifico che tra i partecipanti alla lite vi era anche il figlio di mia cugina Rosa Riso, Antonio Cirillo il quale ha colpito Maurizio Cerrato con dei pugni”. Poche parole per “lanciare nella mischia” delle indagini il 33enne. Dopo quest’affermazione infatti, ritenuta dagli inquirenti un “elemento di novità” nelle indagini, il pm ascolta nuovamente sia i fratelli Pierluigi Savarese (proprietario del garage) e Alessandro Savarese (fratello del titolare, ndr), sia la giovane Maria Adriana Cerrato che riconosce in foto Antonio Cirillo.

Antonio Cirillo è anche, tra i componenti del gruppo, quello più lontano in termini di parentela: Giorgio e Domenico sono fratelli, mentre Antonio Venditto è il genero di Giorgio Scaramella. Giorgio Scaramella e Antonio Venditto si frequentano stabilmente. I due sono stati fermati insieme nel 2018 a Napoli e inoltre, dopo la coltellata (che al momento non si sa ancora chi l’ha sferrata, ndr) Giorgio Scaramella lascia il luogo del delitto e si rifugia a casa di Antonio Venditto.

Quello che è certo è che l’aggressione è avvenuta in due fasi. Alla prima partecipano Giorgio Scaramella e Rosa Scaramella. Il primo ha una colluttazione con Maurizio Cerrato durante la quale lo colpisce con un crick, la donna invece picchia la giovane Maria Adriana Cerrato. Nella seconda fase, che non è una lite ma una vera e propria spedizione punitiva, partecipano Giorgio Scaramella, Domenico Scaramella, Antonio Cirillo, Antonio Venditto. Sono loro che aggrediscono immobilizzano e ammazzano Maurizio Cerrato. Dall’autopsia intanto è emerso che Maurizio Cerrato è morto in poco più di un minuto, con una sola coltellata profonda 10 cm, usando un coltello da macellai.

Chi ha sferrato la coltellata ancora non si sa. Potrebbero essere decisivi gli interrogatori di garanzia che si terranno lunedì davanti al Gip.

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