Foto, video e telefonate per incastrare chi ha visto una scena del terrore e tace. Una serie di riscontri per incastrare chi c'era quella sera mentre una figlia vedeva uccidere suo padre in un garage. Slitta al 7 giugno la perizia sul telefono di Marco Salvi, il datore di lavoro di Adriana, la figlia dell’ex custode del Parco Archeologico di Pompei Maurizio Cerrato, assassinato lo scorso aprile da un commando di 4 persone a Torre Annunziata.

Il dispositivo sarà scandagliato da uno specialista al fine di verificare se all’interno ci siano elementi utili alle indagini, che proseguono in maniera serrata per inchiodare i killer alle loro responsabilità. Si analizzeranno foto, video, telefonate inviate e ricevute, verificandoli con gli orari a disposizione degli inquirenti in cui Cerrato è stato ucciso.

Adriana Cerrato, unica testimone oculare dell’episodio, è stata ascoltata recentemente nel corso dell’incidente probatorio avvenuto nella caserma dei carabinieri di Castellammare di Stabia. La ragazza, assistita dall’avvocato Giovanni Verdoliva, avrebbe riferito della presenza dell’uomo nei pressi del luogo del delitto. La sua posizione è al vaglio della magistratura. Le sue dichiarazioni sono state ampiamente suffragate riguardo la prima fase dell’aggressione. Secondo il Gip, però “alcuni soggetti sono stati decisamente reticenti, come Marco Salvi che, guarda caso, non ha ben osservato la seconda fase, né si è detto capace di effettuare riconoscimenti, almeno in un primo momento”.

Gli inquirenti stanno lavorando sulla scia delle dichiarazioni rese anche dal procuratore Nunzio Fragliasso, che aveva posto l’accento non solo sull’efferatezza dell’omicidio, ma anche sull’omertà di chi c’era e non ha fatto nulla per prevenire l’assassinio, ostacolando peraltro le indagini. “Nonostante ci siano state persone che abbiano assistito a quanto accaduto – aveva detto Fragliasso – è mancata del tutto ogni forma di collaborazione”.

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