Una verità raccontata in ritardo. Indagati per quei video cancellati e per i tanti silenzi, hanno deciso finalmente di raccontare agli inquirenti quello che hanno visto con i loro occhi. Quelle sequenze che fino a poco fa avevano tenuto per sé. arrivando a cancellare i video dai loro sistemi di sorveglianza.

Così i parcheggiatori che hanno assistito all’omicidio di Maurizio Cerrato hanno provato ad alleggerire la loro posizione. Hanno raccontato di un’azione fulminea. Maurizio Cerrato è stato accerchiato, per impedirgli la fuga. Poi è arrivato il primo pugno, subito dopo la coltellata che gli è stata fatale.

A cristallizzare questa versione dei fatti sono stati Alessandro e Pierluigi Savarese, i titolari dell’autorimessa in cui Maurizio Cerrato ha perso la vita. Un diverbio sfociato in un’aggressione mortale il 19 aprile scorso per via di un posto occupato da una sedia.

I due sono stati ascoltati dal gip del tribunale di Torre Annunziata Mariaconcetta Criscuolo, entrambi indagati a piede libero per favoreggiamento. Nell’immediatezza del fatto vennero ascoltati dagli inquirenti. Due mesi più tardi, quando venne scoperto che il video dell’aggressione all’ex custode degli scavi di Pompei era stato cancellato, sono stati interrogati per tre volte.

Questa mattina al tribunale di Torre Annunziata sono state acquisite tutte le dichiarazioni che i fratelli Savarese hanno fornito nel corso delle indagini. Il loro ruolo è stato ritenuto dagli inquirenti omertoso e reticente. Nelle ore successive alla tragedia del 19 aprile nel loro garage in via IV Novembre, Pierluigi Savarese era stato contattato da Giorgio Scaramella, una delle quattro belve che causarono la morte del 61enne. Dopo aver ricevuto varie pressioni decise di eliminare dal database le immagini del vile agguato al custode degli Scavi di Pompei, ammazzato con una coltellata al torace per motivi di parcheggio dinanzi alla figlia 20enne Maria Adriana.

Confermate in parte anche le dichiarazioni di quest’ultima. Dopo il primo diverbio tra la vittima e Giorgio Scaramella, quest’ultimo è tornato dopo diversi minuti al parcheggio, posizionandosi con il suo scooter dinanzi all’ingresso, in modo da impedire un tentativo di fuga della vittima. Successivamente sono entrati Antonio Cirillo, Francesco Cirillo e Domenico Scaramella. L’hanno accerchiato, poi è arrivato un primo pugno di Domenico Scaramella. Poi, “con un gesto velocissimo abbiamo visto Antonio Cirillo sferrare la coltellata”. Una versione che conferma in parte anche le dichiarazioni della figlia di Cerrato. Dichiarazioni che sono frutto sia di quanto hanno visto i titolari dell’autorimessa, sia di quanto hanno successivamente visto con i frame del video che hanno cancellato.

Solo una perizia tecnica da parte della Procura di Torre Annunziata il video è stato recuperato. Ed è stata così fatta piena luce su quanto avvenne in quella terribile ora nel garage dei Savarese.

Attualmente sono ancora in carcere Giorgio e Domenico Scaramella e Antonio Cirillo. Sul luogo era presente anche Francesco, il papà dell’assassino, ora ai domiciliari dopo la decisione del Riesame. E nel frattempo le indagini proseguono. Solo a istruttoria conclusa, ci sarà la richiesta di rinvio a giudizio del giudice, per un’aggressione che non ha ancora trovato giustizia.

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