Ucciso per un parcheggio, le belve restano in cella: "Hanno agito come bestie feroci"
La decisione del Gip: esclusa l’aggravante della premeditazione. Mistero sull’alibi di Antonio Venditto
26-04-2021 | di Marco De Rosa
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Le belve restano in carcere. Convalidato il fermo del Pm nei confronti di Giorgio e Domenico Scaramella, Antonio Venditto e Antonio Cirillo, i presunti responsabili dell’assassinio di Maurizio Cerrato, avvenuto lunedì scorso a Torre Annunziata.
E’ il risultato dell’interrogatorio di garanzia nei confronti dei quattro. Il Gip Antonio Fiorentino ha ritenuto attendibile il racconto della figlia della vittima, Maria Adriana, testimone oculare della tragedia. La giovane descrive dli indagati come “bestie feroci”, che hanno ucciso senza pietà suo padre.
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Esclusa l’aggravante della premeditazione. Sebbene i quattro abbiano avuto tempo e modo per organizzare il delitto, avvenuto “solo per un parcheggio violato”, secondo il giudice non ci sarebbero elementi tali da poter ipotizzare che il branco aveva in animo l’intenzione di uccidere.
Ma c’è dell’altro. Antonio Venditto, assistito dall’avvocato Mauro Porcelli, ha fornito elementi che indicano la sua assenza dal luogo del delitto. Un elemento che entra in contrasto con le dichiarazioni rese dalla figlia di Maurizio Cerrato, così come con quelle degli Scaramella, che collocano Venditto sul luogo del delitto.
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