Salta, ancor prima di cominciare, il secondo filone del processo sull'omicidio di Maurizio Cerrato. L'udienza preliminare si sarebbe dovuta tenere il prossimo 27 giugno al Tribunale di Torre Annunziata. Ma a causa dello sciopero degli avvocati penalisti, che si asterranno per due giorni, ci sarà un rinvio.

Tra gli imputati i fratelli Savarese, proprietari del parcheggio dove avvenne l'omicidio del 61enne ammazzato da quattro belve, accusati di aver cancellato il video del delitto. Assieme a loro anche Marco Salvi, datore di lavoro di Maria Adriana Cerrato, e Rosa Scaramella, sorella di Giorgio attualmente detenuto a Poggioreale.

Le parti si ritroveranno in Tribunale e concorderanno una nuova data.

IL DETTAGLIO. "Denunciare l'inaccettabile compromissione dei diritti costituzionali che quotidianamente si verifica nelle aule di giustizia con le reiterate modifiche della composizione dei collegi in un numero elevato di processi" e anche "sollecitare Governo e Parlamento ad assumere immediati provvedimenti in grado di risolvere le storture determinatesi nel sistema e così riaffermare l'inderogabilità dei principi del giusto processo" . Sono gli obiettivi per i quali l'Unione delle Camere Penali Italiane ha proclamato due giorni di astensione dalle udienze dal 27 e al 28 giugno, giorno in cui è stata anche organizzata una manifestazione nazionale a Roma. In particolare con la protesta - che si terrà in tutta Italia con le sole eccezioni dei circondari di Benevento e Napoli Nord, dove sono già state organizzate altre astensioni dalle udienze - l'Ucpi intende denunciare "la compromissione del diritto dell'imputato a essere giudicato dal medesimo giudice che ha raccolto la prova in dibattimento". Si tratta di "un accadimento processuale che ormai si verifica quotidianamente nelle aule di udienza- sottolinea la giunta nella delibera che ha proclamato lo sciopero e che è stata inviata al capo dello Stato, ai presidenti di Camera e Senato, al premier Draghi e alla ministra Cartabiaquale effetto devastante di regressive interpretazioni della disciplina processuale, che consentono di omettere la rinnovazione della prova in caso di mutamento del giudice".


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