Quella piazzetta grida ancora giustizia. Anche se nessuno, oltre Adriana Cerrato, ha osato dirlo. Il coraggio e la voglia di legalità che è mancata a chi sa ma non ha avuto la sua stessa forza di raccontarlo.

Per onorare la grande prova di fermezza di una ragazza che ha perso un papà, il presidio di Libera di Torre Annunziata ha promosso questa iniziativa. Deporre il cero della giustizia nella piazza di via IV novembre, a due passi dal luogo in cui Maurizio Cerrato è stato ucciso.

Poche le persone presenti, giusto il tempo di una preghiera. C’era don Ciro Cozzolino, c’erano i giovani dei Salesiani assieme al loro “padre spirituale” don Antonio Carbone e Giovanni Taranto, presidente Osservatorio sulla Legalità. Il loro impegno continua a essere incessante. C’erano però pochi altri cittadini. E’ passato solo un mese ma Torre Annunziata sembra già aver dimenticato la violenza subita, non solo dalla famiglia Cerrato (che oggi l’ha ricordato con una messa celebrata alla chiesa dello Spirito Santo) ma da una comunità intera.

Cittadini che hanno saputo dare una grande dimostrazione di vicinanza nei giorni immediatamente seguenti alla tragedia. Centinaia di persone hanno affollato quella stessa piazza sperando nella giustizia. A distanza di un mese, però, le cose sono radicalmente cambiate.

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