Una girata di tappo di bottiglia per ordinare omicidi”. E’ questa rivelazione su Valentino Gionta da parte di Pietro Izzo, 46enne e ex affiliato del clan di Torre Annunziata, appena diventato collaboratore di giustizia. Quest’ultimo ha deciso di pentirsi dopo che aveva scoperto che lo stesso sodalizio dei valentini voleva ucciderlo, dopo essere sfuggito a un agguato dopo che la moglie lo aveva mollato.

Le sue dichiarazioni sono emerse nel corso del primo processo contro il Quarto Sistema, clan che era in aperto contrasto proprio con i Gionta e il clan Gallo-Cavalieri a Torre Annunziata.

A rivelarle è stata la pm della Dda Ivana Fulco, che ha prodotto alcuni stralci di verbali resi dal pentito Izzo. “Se Valentino Gionta e Ciro Paduano vogliono ordinare un omicidio, gli basta fare il nome della vittima e girare il tappo della bottiglia”. Il tutto mentre il capo storico del clan di Torre Annunziata è al 41bis.

L’ennesimo modo per tenere saldo il suo potere all’interno di un clan, al quale non sono bastate le varie operazioni delle forze dell’ordine che hanno decimato tre generazioni. Valentino Gionta, così come dimostra l’ultimo provvedimento a suo carico del 30 novembre scorso, è ancora un’autorità di alto spicco della criminalità di Torre Annunziata.

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