Il gip  del tribunale di Napoli la scorsa mattina ha deciso che Nicola Fiengo, l’imprenditore della pietra lavica accusato di usura, resterà ancora ai domiciliari.Nei giorni scorsi, infatti il giudice per le indagini preliminari  ha respinto il ricorso bis per la scarcerazione e  ha deciso di confermare gli arresti domiciliari per il fratello del Vice Sindaco di Ercolano. Fiengo lo scorso luglio è  finito nel mirino  delle forze dell’ordine poiché in pochi anni avrebbe trasformato in un incubo la vita del proprietario della concessionaria terminato nella rete d’usura messa in piedi da Fiegno con Ciro Di Buono, e Antonio Lucarella,  anche loro al centro della  cautelare eseguita dai carabinieri della Tenenza di Ercolano agli ordini del Tenente Gianluca Candura.

L' 'imprenditore era alle prese con l'apertura della sua attività,avrebbe chiesto in prestito a Fiengo , che gli stava fornendo alcuni materiali in pietra lavica per terminare l'allestimento del suo salone di auto. L'uomo per portare a termine il suo progetto avrebbe chiesto 40mila euro in tutto da restituire in quattro mesi con interessi pari a 10mila euro, come hanno scritto gli inquirenti nelle trentadue pagine dell'ordinanza di custodia cautelare.

Non riuscendo a stare dietro ai pagamenti e interessi, l’imprenditore ha deciso di fornire a Fiengo come garanzia per il prestito il terreno dove si trova la rivendita auto, a fronte di un prestito che interessi compresi si aggirava intorno ai 50 mila euro l'usuraio aveva attenuto la lo spazio dove sorgeva l'attività dal valore di  270mila. 

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Scarcerazione rigettata

Fiengo verso l'addio

I tre arrestati