“Nel pomeriggio al mio studio in via Fusco passa o’ presidente. Potete aiutarmi? Datemi un apparecchio, registro tutto e denuncio”. Con questa secca richiesta, fatta da un noto avvocato civilista oplontino alla Guardia di Finanza di Torre Annunziata, partirono due anni fa le indagini sul presunto giro d’usura gestito da Francesco Immobile (71 anni, in foto, con precedenti per contrabbando), oggi agli arresti domiciliari e imputato con l’accusa di aver praticato alle sue ‘vittime’ tassi sui ‘prestiti’ del 10% mensili e fino al 120% annui. Nella rete di Immobile, per il pm della Procura della Repubblica Sergio Raimondi, finirono proprio l’avvocato oplontino e un imprenditore di Milano (solo quest’ultimo costituitosi parte civile a processo).

L’UDIENZA, IL RACCONTO. L’ex dirigente del Savoia degli anni ‘70, difeso dai legali Elio d’Aquino e Antonio Veropalumbo, oggi è in aula per ascoltare il ‘suo’ processo. Immobile, dinanzi ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Torre Annunziata (presidente Maria Laura Ciollaro), sceglie piglio sicuro e abbigliamento ‘casual’: giacca grigio chiaro, shirt blu, pantaloni lilla ed orologio al polso.

‘O’ presidente’ ascolta attento il primo teste dell’accusa, il luogotenente delle Fiamme Gialle Lo Presti, che materialmente condusse l’inchiesta costatagli gli arresti lo scorso 24 febbraio. “Era il 12 maggio 2014 – così il finanziere oggi al pm - . L’avvocato di Torre Annunziata ci chiese aiuto. Gli fornimmo un aggeggio, un mini-dvr, per registrare l’incontro con Immobile al suo studio. L’avvocato aveva paura e piazzammo due militari in borghese fuori al suo studio, al lato nord di via Fusco. Tutto filò liscio. Il giorno dopo usò ancora il mini-dvr, registrando un altro incontro: quello con chi gli presentò Immobile per aiutarlo ad uscire dai debiti”.

Registrazioni che, secondo la Procura di Torre Annunziata, inchioderebbero Francesco Immobile. Il 12 maggio 2014, alle 18:20 circa, ‘o’ presidente’ si sarebbe recato allo studio del civilista in via Fusco perché era “venuta l’ora di risolvere, diciamo così”. La ‘vittima’ denunciò poi agli inquirenti di aver pagato 46mila 500euro in contanti nei primi tre mesi del 2014 e di aver chiuso, proprio nel corso di quell’incontro, un accordo con Immobile per estinguere definitivamente il prestito. Accordo che si sarebbe tradotto in 4 tranche da 20mila euro l’una. La prima da versare in contanti, le altre tre con altrettanti assegni post-datati.

REGISTRAZIONI INUTILIZZABILI? Sulla utilizzabilità o meno in aula delle due registrazioni si gioca molto del futuro di un processo solo oggi al via. La difesa di Immobile ha già eccepito “trattarsi di una vera e propria prova atipica, formata senza alcuna autorizzazione in vista del procedimento”: dunque e in breve da cestinare. Per il pm Raimondi, al contrario, quelle fatte al dvr sarebbero nient’altro che legittime registrazioni della persona offesa. I giudici scioglieranno l’importante riserva in merito a settembre.

 

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