TRECASE. Dai documenti sequestrati in casa Raiola, la famiglia di strozzini di via Dante sgominata ieri dai Carabinieri di Torre Annunziata, emergono particolari e storie sconcertanti. Dalla pensionata che chiede un prestito,  per "mantenere i miei nipoti" (vedi articoli allegati, ndr), ad una cugina di Luigi Raiola, il vero capo del gruppo di usurai secondo l'accusa.

Anche lei vittima delle necessità economiche, disoccupata e madre di una figlia invalida. Per questo "la cugina" chiese un primo prestito di mille euro, nel maggio 2011, "necessario per far visita a mia figlia, ricoverata in ospedale a Milano", racconterà poi agli inquirenti. Anche in quel caso, nonostante la parentela, "l'accordo era che avrei dovuto restituire complessivamente 1500 euro": una rata di 100 euro, il 20 di ogni mese, fino all'estinzione del debito.

Negli appunti chiave dell'inchiesta, rinvenuti dai militari nella casa di Luigi Raiola e di sua moglie, Maria Nughetti (finita ai domiciliari con la figlia Giovanna), lei non  è una semplice vittima: è "la cugina". Una donna che, come emerge dal tenore delle intercettazioni trascritte nell'ordinanza del Gip del Tribunale di Torre Annunziata, Antonello Anzalone, si vergognava delle continue richieste di soldi. Così, a volte fingeva "che parte del denaro era destinato ad altre persone", giustificandosi pure per i ritardi nel pagare le rate di rimborso.

In una circostanza, dichiara ancora la "cugina" agli investigatori, "chiesi a Luigi di darmi altri 500 euro. Ne ho ricevuti solo 250". Gli altri 250, infatti, sarebbero serviti per l'accusa a coprire un alto prestito già ottenuto.  
 

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