Sono accusati di avere minacciato un imprenditore e la sua famiglia a cui avevano concesso un prestito da 40mila euro a tasso usuraio (30% annuo) crescente. Usura, estorsione e tentata estorsione aggravati dal metodo mafioso: sono i reati che vengono contestati a quattro persone, tra le quali figurano anche Rita e Francesco Rinaldi (figli del capo clan Antonio Rinaldi - ucciso alla fine del 1990 in un agguato maturato nell'ambito della faida con il clan Mazzarella - e nipoti dell'attuale capoclan Ciro Rinaldi), a cui i carabinieri di Napoli e Chiavari hanno notificato tre arresti in carcere e un divieto di dimora nella provincia di Napoli. Tutti sono stati sottoposti a fermo lo scorso 6 febbraio al termine di indagini scattate lo scorso ottobre riguardanti il prestito dato all'imprenditore vesuviano nel settembre 2018.

Per Francesco e Rita, di 32 e 36 anni, e per Salvatore Tibello, 38 anni, i giudici hanno disposto il carcere. Divieto di dimora invece per Luigi Striano, 25 anni.

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