TORRE ANNUNZIATA. “Queste so’ mane ‘e fatica. Io non ho mai chiesto interessi, figuriamoci all’avvocato!”. E’ plateale, deciso, alza la voce mentre parla al giudice, mostrandogli “mani che hanno sempre lavorato” nel corso del suo esame da imputato in Tribunale, Franco Immobile (71 anni), l’ex presidente del Savoia finito ai domiciliari lo scorso 24 febbraio, ed oggi alla sbarra per usura. “O’ presidente” – per il pm della Procura di Torre Annunziata, Sergio Raimondi – avrebbe infatti praticato alle sue ‘vittime’ tassi sui prestiti del 10% mensili e fino al 120% annui.

Nella presunta rete di Immobile finirono il suo grande accusatore, T.T., noto legale di Torre Annunziata e un imprenditore di Milano (unica parte civile a processo). Fu proprio l’avvocato a chiedere aiuto alla Finanza, registrando con un “mini-dvr” un incontro decisivo avuto con Immobile il 12 maggio 2014 presso il suo studio di via Fusco. Il motivo? “Era venuta l’ora di risolvere, diciamo così”.

T.T. denunciò poi agli inquirenti di aver pagato a Immobile 46mila 500euro in contanti nei primi tre mesi del 2014 e di aver chiuso con “o’ presidente”, nel corso dell’incontro registrato, un accordo per estinguere il prestito. L’intesa si sarebbe tradotta in 4 tranche da 20mila euro l’una. La prima da versare in contanti. Le altre tre, invece, tutte con assegni post-datati.

LA DIFESA DI O’ PRESIDENTE. “Ho conosciuto l’avvocato più di dieci anni fa, ormai eravamo amici, abbiamo visto anche la finale Milan-Juve di Champions insieme a cena – ha raccontato Immobile in udienza - . Gli diedi 70mila euro che si è mangiato in 6 mesi, perché l’avvocato faceva la vita da pashà con le vacanze. Me ne ha ridati solo 20mila. Lo contattai perché mia figlia doveva sposarsi e mi servivano i soldi per il ristorante”.

Franco Immobile ha poi spiegato al giudice il perché di quel prestito: “l’avvocato venne da me con una lettera dell’assicurazione in mano. I 70mila euro gli servivano per anticipare ai clienti i soldi dei risarcimenti, una specie di investimento. Poi la pratica continuava e avremmo dovuto dividere da soli i guadagni al 50%. Ma io – ha concluso – non ho mai visto un euro”.

INTERCETTAZIONE INUTILIZZABILE. Il grosso del processo per usura è racchiuso in quell’ambientale al registratore, concesso dalla Finanza all’avvocato per dar prova dell’incontro finale con Immobile in via Fusco. Intercettazione che, così come richiesto dalla difesa di “o’ presidente”, rappresentata dall’avvocato Elio D’Aquino, non entrerà mai in udienza: “è inutilizzabile”, questa la frase che pesa quasi come un macigno sulle sorti del giudizio. A pronunciarla è stato il giudice Francesco Todisco (presidente della Prima Penale del Tribunale oplontino). La causa è puramente tecnica: pur essendo utilizzabile come “documento”, nelle carte dell’inchiesta mancherebbe un decreto d’autorizzazione d’urgenza del pm.

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