“Vai a prendere un giubbino, muoio di freddo”: le intercettazioni sulle vedette del “Murattiano”
Droga al centro storico, alla sbarra in 11. L’accusa: “Un neo-gruppo che controllava spaccio dai tetti”
17-01-2016 | di Salvatore Piro

VERSIONE ACCESSIBILE DELL'ARTICOLO
Torre Annunziata. “Vatti a prendere…un giubbino mio, te lo fai dare! Sto morendo di freddo qua sopra”: nei vicoli del quartiere “Murattiano”, le vedette che controllano che lo spaccio fili liscio hanno un gran freddo. Molte sono minorenni, solo alcune superano i 20 anni. Si piazzano di notte sui balconi e sui terrazzi; persino sui tetti delle case di via Fortuna, via Sambuco e via Pastore. Case che spesso si sbriciolano come neve al sole.
Altre, invece, diventano fortini inattaccabili, protette da telecamere, cancelli in ferro, ronde in sella a bici elettriche e comandate a distanza con le ricetrasmittenti. Apparecchi antichi, rudimentali, economici, da 15 euro al massimo, ma efficaci: è una storia, l’ennesimo spaccato nei rioni del degrado, offerta dall’inchiesta condotta in “tandem” dagli agenti della Polizia di Pompei e di Torre Annunziata.
Due anni di fitte indagini, partite da una rapina a mano armata il 4 luglio 2012 e da un sequestro d’armi nel bagagliaio di una “Lancia Y” a Boscoreale, poi la svolta grazie alle intercettazioni: nel quartiere “Murattiano” un neo-gruppo di 11 persone, tra le quali il pregiudicato oplontino Antonio Calderino e i fratelli Francesco e Felice Fiorillo, era pronto ad inondare di cocaina e canapa indiana i vicoli del centro storico.
Maxi blitz ai Quartieri Spagnoli: cocaina contrassegnata 'Adidas' o 'Rolex' in base alla qualità
Smantellato il triumvirato della droga, 53 misure cautelari
L’intero gruppo ora è a processo, nonostante le cautele e i messaggi in codice: “le sigarette…ha detto dove le deve andare a prendere?” – alcune delle frasi riportate nell’informativa di reato, che hanno poi convinto il pm della Procura della Repubblica, Rosa Annunziata, a spedire 11 imputati dinanzi al gup - .
Il gruppo del “Murattiano” (alla sbarra solo per singoli episodi di spaccio) avrebbe utilizzato anche pusher in erba e vedette di guardia sui tetti. Vedette che per l’inchiesta, nonostante il “freddo-boia”, avevano un compito preciso: gridare “Ettore-Ettore”, come si usa all’isolato 28 del vicino Piano Napoli di Boscoreale, dove ad assoldare i baby-guardiani dello spaccio c’era prima il capozona Franco Casillo, uomo di fiducia - secondo la dda di Napoli - della famiglia Aquino, il clan dei “mezzanotte” che faceva affari con i Gionta di Torre Annunziata.
Il processo per la droga al quartiere “Murattiano” andrà avanti in abbreviato; una sorta di filone parallelo dell’inchiesta “Biancaneve” con la quale, il 30 novembre 2012, la Guardia di Finanza di Torre Annunziata inflisse l’ennesima mazzata alla camorra. La batosta arrivò a 6 giorni dalla cattura del baby-boss dei Gionta Salvatore Paduano: 3 le piazze di spaccio disarticolate. Tra queste le 2 più fiorenti del Parco Apega e di via Giardino. A comandare, anche in quel caso, erano le donne coi pusher in erba e i minorenni piazzati sui tetti. Il clan pensava a tutto, pure ai turni di lavoro. Ma anche nel 2012, con gli affari che giravano un po’ meglio, le vedette sui terrazzi sentivano un gran freddo.
Sondaggio
Risultati
