E' morta da sola. Lontano da casa. Nella sua stanza di Livorno dove viveva da due anni per motivi di lavoro. "Ora Valeria è eterna, il rapporto tra lei e noi non finirà mai". C'è silenzio assoluto in chiesa quando il parroco, don Francesco Celotto, spiega alla sua comunità come accettare il dolore di un addio così tragico. Valeria Di Martino Abagnale è morta a 28 anni, lontana da casa. Quando sono arrivati i soccorsi nell'appartamento di Livorno per lei non c'era più niente da fare. E questa mattina per accompagnarla nel suo ultimo viaggio c'erano tanti cittadini di Santa Maria la Carità, divisi tra la chiesa e la piazza. Lunga e commovente la cerminonia per il rito funebre che si è svolto all'interno della sua parrocchia.

Con la sua omelia il sacerdote ha parlato di un legame indissolubile tra lei e chi le ha voluto bene, adesso che il giovane ingegnere dell'Eni ha lasciato la famiglia e i suoi amici. "Valeria ha vissuto come la 'Meglio gioventù' di Santa Maria la Carità. Ora è beata" ha spiegato ai genitori e ai due fratelli che lo ascoltavano dall'altare. Lungo l'applauso che ha accompagnato l'uscita della bara, mentre dei palloncini bianchi a forma di cuore venivano fatti volare in cielo. 

Tanti hanno aspettato per salutarla all'uscita della chiesa. Altri invece hanno partecipato al lutto cittadino indetto dal sindaco, Giosuè D'Amora, lasciando abbassate le saracinesche dei negozi fino a quando la bara non ha preso la strada del suo ultimo viaggio verso il cimitero.   


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