Vendita degli immobili dell’Ente. Iavarone: “Necessaria per reggere i tagli”
L’assessore al bilancio di Torre Annunziata chiarisce i dubbi sul piano di alienazione e sfata le critiche sull’ex Ecoittica
20-08-2015 | di Raffaele Perrotta
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“Per superare i problemi finanziari abbiamo messo in campo il tema della gestione e dell’utilizzo del patrimonio comunale”. L’assessore al bilancio di Torre Annunziata, Carlo Iavarone, spiega la mossa dall’amministrazione di mettere sul mercato i beni del Comune. Risponde, anche, a distanza a chi nei giorni scorsi ha immaginato una vendita dell’ex ecoittica o ad una destinazione differente dall’uso “esclusivamente commerciale”.
Iniziamo proprio dall’ex stazione Marittima. Perché l’Ente la vende?
“Non è affatto una vendita, anzi. L’area prospiciente il porto cittadino sarà interessata da uno straordinario processo di riqualificazione e recupero urbano. L’ex area del mercato ittico diventerà un polo fieristico pronto ad accogliere stand non solo alimentari”.
La lista degli immobili messi all’asta è lunga. Perché questa scelta?
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“Da premettere che siamo legati ai limiti di spesa del patto di stabilità interno. Detto questo, le amministrazioni subiscono una forte carenza di risorse e tagli continui ai trasferimenti che ci imporrebbero di inasprire ulteriormente la pressione fiscale o aumentare le tariffe dei servizi. Per senso etico e morale proviamo ad ovviare con tutte i mezzi disponibili: la gestione del patrimonio immobiliare costituisce uno degli elementi strategici per gli assetti economici delle amministrazioni pubbliche”.
Non si può semplicemente dare in gestione e ricavarne degli introiti?
“È una soluzione possibile ma che non tiene conto della manutenzione che occorre fare. Mettere in vendita, ad esempio, gli appartamenti di un intero parco permette di ovviare a questo problema, allo stesso tempo incamerare risorse da poter utilizzare per finanziare politiche di investimento. Un incremento delle entrate e la riduzione della spesa può andare di pari passo con lo sviluppo del territorio”.
Insomma un passaggio ‘obbligato’ delle amministrazioni locali.
“In realtà è uno step che permette l’attrazione di capitali privati, operazioni di partnership pubblico-private e l’utilizzo di beni patrimoniali per fini di interesse pubblico. Insomma, la valorizzazione del portafoglio immobiliare potrà così contribuire a creare attività economiche, a fornire risorse aggiuntive per finanziarie gli investimenti, a riordinare il territorio, offrendo nuovi spazi pubblici ai cittadini”.
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