Vesuvio, ancora tre fronti di fuoco: task force per trovare i responsabili
Volontari in arrivo da diverse regioni
10-08-2025 | di Redazione

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Brucia il Vesuvio, indaga una task force di specialisti. Tre i fronti di fuoco ancora attivi. La situazione sul Vesuvio migliora, grazie agli sforzi di operatori giunti da tutta Italia, ma non si può abbassare la guardia perché basta un soffio di vento per far riprendere forza alle fiamme. Il lavoro di contenimento va avanti senza sosta, tra mezzi aerei e squadre da terra, i centri abitati restano fuori pericolo ma la conta dei danni si annuncia pesantissima, sia per l'ambiente che per l'economia locale.
La procura di Nola ha aperto un fascicolo; per il momento i vigili del fuoco non hanno trovato tracce di inneschi dolosi ma, prima che sulle eventuali responsabilità, ci si concentra ovviamente sullo spegnimento. Sembra difficile che un incendio di queste proporzioni - tre chilometri il fronte del fuoco, oltre 500 gli ettari distrutti - non sia dovuto alla mano dell'uomo. Dolo o comportamenti irresponsabili, si vedrà: negli annali del Parco del Vesuvio ci sono persino bracconieri che davano alle fiamme zone di vegetazione per spingere la cacciagione verso le aree volute, oppure casi di smaltimento illegale di rifiuti attraverso falò non controllati. Da valutare anche le testimonianze secondo cui un piccolo incendio nella pineta di Terzigno sarebbe stato segnalato, e forse ignorato, tre giorni prima che la situazione precipitasse. I carabinieri hanno dato vita oggi a una task force investigativa specializzata, composta da militari con specifiche competenze per individuare le cause dei roghi. Intanto lo stato di mobilitazione nazionale chiesto ieri dalla Regione e subito concesso dal ministro Musumeci ha permesso l'arrivo di squadre di volontari da diverse regioni, che si sono aggiunte ai rinforzi dei vigili del fuoco ed all'impegno delle altre forze dell'ordine, sotto il coordinamento della Protezione civile campana. Uno spiegamento massiccio per un lavoro non privo di rischi, come nel caso del volontario colpito da un arbusto, a Terzigno, e finito in ospedale in condizioni per fortuna non gravi. Tre sono i fronti di fuoco attivi, come emerso in una riunione operativa in prefettura. La valle del Gigante in direzione del Monte Somma, dove stanno operando i Canadair; a sud del cratere del vulcano, con l'impiego di elicotteri della Protezione civile regionale e nella zona del Vicinale, dove la scorsa notte è ripreso l'incendio a causa del vento, e dove si sta operando via terra. In una parte del territorio di Terzigno si è già iniziata la complessa opera di bonifica.
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E' presto per dichiarare superata l'emergenza, mentre si parla già di "disastro" per l'economia locale. Il presidente di Coldiretti Napoli, Valentina Stinga, ricorda che sono stati devastati molti vigneti del Lacryma Christi, ma anche le produzioni di altre eccellenze locali come i pomodorini del Piennolo e le albicocche Pellecchiella. Dal Vesuvio continua ad alzarsi una interminabile colonna di fumo, visibile anche dallo spazio e ripresa in alcune foto satellitari.
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