Il bosco della Cupaccia, un tempo distesa rigogliosa di vegetazione compresa tra i 350 e i 700 metri di quota sui versanti di Boscotrecase e Terzigno, oggi è solo un’ombra del passato. Le fiamme, violente e persistenti, hanno colpito con una ferocia particolare proprio quest’area, infliggendo quello che appare come il danno più grave all’intero ecosistema del Vesuvio.

Nella mattinata, le operazioni di spegnimento si sono concentrate soprattutto qui, con mezzi aerei impegnati in continui lanci d’acqua, mentre altrove le squadre di terra continuano a lavorare senza sosta per la bonifica. Complice anche le piogge che nel pomeriggio di ieri si sono abbattute sulla zona, il lieve miglioramento della situazione fa intravedere un primo spiraglio: nelle prossime ore dovrebbero iniziare a lasciare il campo le squadre giunte da altre regioni italiane, il cui contributo, insieme a quello dei volontari locali, sarà presto oggetto di un sentito ringraziamento.

Sui sentieri, intanto, restano in azione i membri del Gruppo di avvistamento incendi boschivi. Quando l’ultimo focolaio sarà spento, inizierà la fase più delicata: ricostruire e restituire al Vesuvio e ai suoi abitanti il verde che il fuoco ha portato via.

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