Vesuvio in fiamme, 500 ettari distrutti: scatta la mobilitazione nazionale della Protezione civile
Sei Canadair, quattro elicotteri e oltre cento operatori impegnati per arginare il rogo. De Luca: «Serve l’Esercito». Musumeci firma lo stato di mobilitazione straordinaria
09-08-2025 | di Redazione

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Un fronte di fuoco lungo tre chilometri sta devastando un versante del Vesuvio, con circa 500 ettari di vegetazione già ridotti in cenere. Le fiamme, alimentate dal vento e dalle alte temperature, hanno lambito l’area abitata di Terzigno, costringendo centinaia di residenti a trascorrere la notte all’aperto per precauzione.
Il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha chiesto lo stato di mobilitazione nazionale della Protezione civile, appello raccolto dal ministro Nello Musumeci, che in serata ha decretato lo stato di mobilitazione straordinaria del servizio nazionale di Protezione civile.
Sul rogo sono impegnati sei Canadair della flotta nazionale, quattro elicotteri regionali e oltre cento tra vigili del fuoco, volontari e forze dell’ordine. Grazie al lavoro di contenimento, non si registrano sgomberi, ma la situazione resta critica: un cambio di direzione del vento potrebbe minacciare le zone abitate.
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Il rogo raggiunge quota mille
La colonna di fumo è visibile da decine di chilometri, con cenere depositata su abitazioni e strade. Sentieri turistici e accessi al Cratere sono stati chiusi, mentre l’Esercito è stato richiesto anche per compiti di viabilità e rifornimento idrico.
Il prefetto di Napoli Michele Di Bari ha attivato il Centro coordinamento soccorsi e il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza e nel pomeriggio è stato a Terzigno per fare un punto con le forze impegnate sul territorio dal Presidente del Parco, Raffaele De Luca, ai sindaci di Terzigno, Francesco Ranieri, Boscotrecase, Pietro Carotenuto, Ottaviano, Biagio Simonetti e San Giuseppe Vesuviano, presente il vicesindaco Antonio Borriello.
Il ricordo corre all’estate 2017, quando le fiamme devastarono il vulcano per mano di incendi dolosi: anche oggi si sospetta l’origine volontaria del rogo, alimentato da piccoli focolai segnalati già nei giorni scorsi. Il bilancio dei danni ambientali ed economici è ancora provvisorio, ma già grave: bruciano anche vigneti e aree turistiche di pregio.
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