Centinaia di attivisti provenienti dai Comuni Vesuviani, ma anche da diverse parti della Provincia e della Regione, nella giornata di ieri, 25 luglio 2017, si sono incontrati in piazza Matteotti a Napoli per la manifestazione “Vesuvio: Basta Fiamme!”. L’emergenza incendi che ha devastato il Parco Nazionale del Vesuvio nei giorni scorsi e ancora interessa la Campania, e la relativa gestione della stessa ha spinto gli attivisti a mobilitarsi per esigere dalle Istituzioni preposte un efficace piano di prevenzione, pianificazione del rischio e gestione delle emergenze relative ai disastri naturali ed artificiali, in tutta Italia, come incendi, eruzioni, esondazioni, alluvioni etc.

“L’emergenza incendi sul Vesuvio – ha detto Clementina Sasso, attivista, astrofisica ed esperta di vulcanologia – ha messo in luce l’inefficienza dei piani di gestione delle emergenze. Ora che i roghi sono stati domati, si pone il problema delle alluvioni: molti nostri concittadini che abitano sul Vesuvio oggi non hanno potuto partecipare perché temono di lasciare le proprie case per il rischio frane a causa del mal tempo”.

“Affinché non ci troviamo nuovamente impreparati di fronte a nuove calamità che potrebbero ripetersi, con conseguenze ancora più gravi – ha aggiunto Ciro Teodonno, giornalista e attivista – chiediamo al prefetto piani di protezione civile, di pianificazione del rischio e gestione delle emergenze”.

Tra le associazioni presenti: il Comitato Mo’ Basta di Torre del Greco presieduto dall’avvocato Patrizia Di Donna, l’associazione Mamme Vulcaniche, l’associazione Je so’ pazzo, delegazioni da Salerno, Acerra, Giugliano e diversi altri Comuni. A ritmo di balli popolari e tammorra, i “figli del Vesuvio” da piazza Matteotti hanno percorso via Medina e via San Carlo diretti alla Prefettura piazza Plebiscito.

Questi i punti della istanza da consegnare al prefetto di Napoli: la verifica dell’esistenza in tutte le città dei piani di protezione civile e degli uffici preposti e, nel caso di inottemperanza una data entro cui realizzarli, pena la decadenza del Sindaco e della Giunta; che questi stessi piani siano portati a conoscenza della cittadinanza con opportuna diffusione e messa in prova in tempi di quiete con esercitazioni e attraverso un dialogo continuo e costante con la popolazione; che sia chiara divisione dei compiti - anche con l’introduzione di pene - e coordinamento tra tutti gli enti: cosa compete ai sindaci, cosa alle regioni, cosa ad altri attori (ad esempio il Parco Nazionale del Vesuvio), cosa allo Stato, perché non si giochi più a scaricabarile sulle nostre vite.

In merito all’emergenza specifica dei roghi che hanno interessato il comparto Vesuviano nell’esposto si chiede, con la massima urgenza: la dichiarazione dello stato di calamità naturale; la valutazione immediata del rischio idrogeologico sui versanti Monte Somma-Vesuvio e la rispettiva messa in sicurezza laddove necessario mediante la manutenzione delle opere preesistenti e/o la realizzazione di nuovi lavori; l’immediata opera di bonifica e ripristino dei versanti e dei boschi interessati dalle fiamme e la messa in atto di un piano di rimboschimento che veda collaborare tutti i soggetti interessati e il controllo degli appalti e delle ditte che si aggiudicheranno la gara, con la messa in sicurezza dei sentieri mediante l'abbattimento degli alberi pericolante e irrimediabilmente persi; l’aumento dell’attenzione nei confronti della tematica incendi boschivi con un aumento delle forze in campo, in termini numerici di mezzi e uomini, dei personale con formazione adatta al fine; l’aumento dell’attenzione nei confronti della tematica incendi boschivi con un aumento delle forze in campo, in termini numerici di mezzi e uomini, dei personale con formazione adatta al fine; la revisione dei ruoli nelle operazioni direzionali delle operazioni di spegnimento con la restituzione al corpo dei carabinieri forestali della suddetta competenza, la cui deprivazione è stata una delle cause principali della fallimentare gestione dei roghi e della successiva evoluzione degli stessi in disastri ambientali come questo accorso nel Parco Nazionale del Vesuvio; la rendicontazione delle attività di prevenzione antincendio svolte dalle istituzioni e dagli enti preposti, quali ad esempio l’Ente Parco del Vesuvio, previste nel piano AIB dello stesso.

Rimasti in piazza sino alle 20 gli attivisti non sono stati ricevuti dal prefetto, per assenza dello stesso come è stato riferito. L’esposto è stato consegnato alla polizia che ha assicurato di consegnarla al prefetto.

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