È una guerra intestina tutta interna al Partito Democratico la causa principale della revoca dell’ormai ex assessore Francesco Savarese. Quella che per molti potrebbe non essere una novità, per tanti altri sembrerà essere un gioco di fantapolitica. Eppure è quanto ancora si consuma a Torre Annunziata.

LA PREMESSA. Per chi non mastica di politica sembra fantasia, la realtà è che la battaglia attuale, tutta interna al PD, è legata a doppio filo alla candidatura a sindaco per il 2017. Da una parte Lello Ricciardi, capogruppo in consiglio comunale, referente di gran parte del direttivo e segreteria cittadini, e “spin doctor” per le scelte politiche del sindaco Starita. Dall’altra parte Mario Casillo, da poco nominato capogruppo Dem in Regione e uomo di fiducia del governatore De Luca, forte del risultato ottenuto alle regionali vuole riportare le sue truppe nel PD torrese, dopo anni di esilio. Bisogna avere ben chiaro questo scenario per capire cosa succede nella politica torrese, a cominciare proprio dalla revoca di Savarese dalla giunta (dopo che proprio il sindaco, tre giorni prima, aveva rifiutato le dimissioni).

GLI EQUILIBRI TORRESI. Una premessa necessaria per spiegare come Savarese, suo malgrado, si fosse trovato nel posto sbagliato, al momento sbagliato e con referenti sbagliati. O meglio, con referenti che hanno “sbagliato” a non fare alcune scelte. Come quella di aderire ai Democratici, invito arrivato a diversi consiglieri, nonostante avessero sostenuto Caldoro. Una chiamata nella ‘grande casa’ del PD dove, se avessero risposto si, avrebbero dovuto contribuire a ridimensionare il peso dei ‘casilliani’ che, con l’ingresso di Ascione e con Donadio sulla porta, sono fortemente aumentati. Ad oggi, infatti, dei 6 Dem ufficiali (Ammendola, Ascione, Cirillo, Gagliardi, Lucibelli e Ricciardi, ndr), 4 hanno sostenuto proprio Mario Casillo, che diventano 5 se si conta anche Donadio.

Massimo Papa invece, per dei tecnicismi che un partito serio non dovrebbe consentire, guarda lo spettacolo da lontano, non avendo mai aderito ufficialmente al partito di Renzi. Numeri questi che potrebbero portare anche ad un nuovo capogruppo Dem (in un ipotetico gruppo a 8, Ricciardi può contare solo su Papa e, forse, Lucibelli, ndr), nel caso non si trovi un accordo che metta la parola fine all’esilio dei casilliani.

Nel posto e nel momento sbagliato perché, sempre Savarese è vittima della logica di spartizione delle poltrone – prima in giunta e poi nel Partito – e nel momento peggiore: a pochi giorni dal rimpasto che servirà ad accontentare gli appetiti di altri consiglieri.

SINDACO MONARCA. C’è chi giura, chi spera e chi lavora, affinchè le “comunicazioni del Sindaco”, del 24 agosto prossimo, serviranno per presentare la nuova giunta (improbabile), o quantomeno annunciare l’azzeramento di quella attuale (più probabile). Un azzeramento che allo stesso Starita non dispiacerebbe: il sindaco infatti, dopo l’arrivo della commissione d’accesso nel 2013, azzerò la giunta e, sfruttando le divisioni e la battaglia tra i partiti, governò da solo a Palazzo Criscuolo per quasi tre mesi, senza un solo assessore al suo fianco. Ipotesi questa che difficilmente potrà ripetersi, visto che la nuova maggioranza (PD, Nuovo Centro, altri) preferisce una rapida staffetta.

LA BATTAGLIA IN NUOVO CENTRO. A far da corollario alla guerra politica che mira ad ottenere la leadership e quindi determinare il prossimo candidato sindaco di centrosinistra, c’è una ‘piccola’ battaglia interna a Nuovo Centro, uno scontro velato tra Ossame e Vitiello. Alla possibilità che Vitiello esca dal suo attuale gruppo, come avevamo scritto in un nostro articolo recente, il consigliere ha risposto così su Facebook: “Non ho aderito a Ncd, resto in Nuovo Centro. Forse a qualcuno fa più comodo che io stia fuori”.

Insomma, a Torre Annunziata si preannuncia un agosto ancora caldo, non solo per le temperature ma soprattutto dal fronte politico.

Catello Germano

Raffaele Perrotta

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