Violenza in Circum. La lettera della vittima: "Il mio corpo è diventato uno scarto"
La 24enne di Portici ha parlato dopo la scarcerazione del secondo dei tre arrestati per la presunta violenza di gruppo
29-03-2019 | di Redazione
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“Il mio corpo è diventato uno scarto”. Dopo la scarcerazione del secondo dei tre ragazzi arrestati per il presunto stupro di gruppo nel vano ascensore dello scorso 6 marzo, la vittima, una 24enne di Portici, ha deciso di scrivere una lettera aperta consegnata dal suo avvocato Maurizio Capozzo.
“Bastano pochi minuti e ritorno col pensiero. Erano attimi di incapacità a reagire di fronte la brutalità e la supremazia di tre corpi.
Erano attimi in cui la mente sembrava incapace di comprendere. Erano attimi di totale perdizione dell’essere. E dopo che il corpo era divenuto scarto e oggetto ho provato una sorta di distacco da esso.
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Il mio corpo, sede della mia anima, così sporco. Mi sembrava di essere avvolta dalla nebbia mentre mi trascinavo su quella panchina, dopo quelli che saranno stati sette o otto minuti. Mi sono seduta e non l’ho avvertito più.
Ho cominciato ad odiarlo e poi a provare una profonda compassione per il mio essere. Compassione che ancora oggi mi porta al rammarico, allo sdegno, allo sporco, al rifiuto e poi l’accettazione di un corpo che fatico a riconoscere perché calpestato nella sua purezza.
Il futuro diviene una sorta di clessidra. Consumato il corpo e la mente dal tempo odierno ricerca una vita semplice. Mi piacerebbe essere a capo di un’associazione che si occupi della prevenzione, della tutela e della salvaguardia delle donne, ragazze, bambine a rischio. Perché donare sé stessi e il proprio vissuto per gli altri è l’unico modo per accettarlo”.
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