“Il mio corpo è diventato uno scarto”. Dopo la scarcerazione del secondo dei tre ragazzi arrestati per il presunto stupro di gruppo nel vano ascensore dello scorso 6 marzo, la vittima, una 24enne di Portici, ha deciso di scrivere una lettera aperta consegnata dal suo avvocato  Maurizio Capozzo.

“Bastano pochi minuti e ritorno col pensiero. Erano attimi di incapacità a reagire di fronte la brutalità e la supremazia di tre corpi.

Erano attimi in cui la mente sembrava incapace di comprendere. Erano attimi di totale perdizione dell’essere. E dopo che il corpo era divenuto scarto e oggetto ho provato una sorta di distacco da esso.

Il mio corpo, sede della mia anima, così sporco. Mi sembrava di essere avvolta dalla nebbia mentre mi trascinavo su quella panchina, dopo quelli che saranno stati sette o otto minuti. Mi sono seduta e non l’ho avvertito più.

Ho cominciato ad odiarlo e poi a provare una profonda compassione per il mio essere. Compassione che ancora oggi mi porta al rammarico, allo sdegno, allo sporco, al rifiuto e poi l’accettazione di un corpo che fatico a riconoscere perché calpestato nella sua purezza.

Il futuro diviene una sorta di clessidra. Consumato il corpo e la mente dal tempo odierno ricerca una vita semplice. Mi piacerebbe essere a capo di un’associazione che si occupi della prevenzione, della tutela e della salvaguardia delle donne, ragazze, bambine a rischio. Perché donare sé stessi e il proprio vissuto per gli altri è l’unico modo per accettarlo”.

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le parole della vittima

Scarcerato Cozzolino

La scarcerazione