Violenza sulle donne. Il dramma di Emanuela raccontato agli studenti di Torre Annunziata: “Ora sono libera e al sicuro”
Un passato di lacrime, poi il coraggio di denunciare e il ritorno alla vita: “Ora lui è libero, ma lo sono anch’io”
08-03-2019 | di Marco De Rosa
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“Ho vissuto un incubo durato anni. Ora mi sento libera e mi auguro di sentirmi sempre così. Libera dalle frustrazioni e sicura di me”. E’ il messaggio disperato ma liberatorio di Emanuela, una giovane donna di San Giorgio a Cremano che per anni ha vissuto l’incubo dei maltrattamenti da parte del marito.
“Ora lui è libero, ironia della giustizia. Ma lo sono anch’io”. Emanuela ha scelto Torre Annunziata per raccontare il suo passato. Le sue emozioni le ha racchiuse in un foglio di carta, a cui aggrapparsi ogni volta che le emozioni tentavano di prendere il sopravvento. Fino al bellissimo abbraccio con la nuora, Rita. Entrambe in lacrime hanno ricevuto il lungo applauso tributato dai numerosi presenti nella Sala delle Armi di Palazzo Criscuolo.
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I TIMORI. “Ho resistito solo per amore dei miei figli – ha spiegato Emanuela ai presenti - non volevo che soffrissero per la separazione dei genitori. Poi con il passare del tempo, essendo i miei figli cresciuti e scoprendo che le persone di cui mi circondavo mi apprezzavano per com'ero e finalmente scattato in me qualcosa che mi ha spinto a chiedere aiuto”.
L’ALLONTANAMENTO E LE RICHIESTE DI AIUTO. “Inizialmente mi rifugiai da mia madre – ha proseguito - ma dopo poco lui fece di tutto per convincermi a tornare a casa. Mi lasciai convincere, ma sbagliai. Non c'era giorno in cui non mi torturasse psicologicamente, con minacce che ancora oggi sogno la notte. Ho trovato così il coraggio e ho lasciato la mia prigione”.
Emanuela racconta che i primi giorni sono stati un incubo: “Mi sentivo sola, persa, con la paura che i miei figli non avrebbero capito il suo gesto disperato di liberarsi da quell'uomo e da quella vita che non le dava serenità”
LA SVOLTA. “Lo scorso 25 aprile ho passato una splendida giornata in famiglia per l’anniversario dei suoceri di mio figlio – ha ricordato Emanuela -. Ho iniziato a cantare a squarciagola insieme alla ragazza del piano bar. In quel preciso momento mi sono sentita alleggerita di un peso enorme, perché era come se avessi buttato fuori tutto il male che avevo accumulato in quegli anni. Libera dalle frustrazioni e sicura di me. Lo auguro a ognuno di voi”.
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