Prevenzione. Uno degli strumenti più usati nella lotta alla violenza di genere. Lo sa bene Ada Ferri, dell’associazione “Catena Rosa”, da nove anni impegnata sul tema. “Quest’anno, anziché fare dibattiti al chiuso di una stanza, abbiamo preferito scendere in strada a fare informazione in tutti i quartieri di Torre Annunziata. Non è solo un problema di violenze, ma un problema culturale, che viene da lontano ed è difficile contrastarlo, soprattutto dal punto di vista dell’educazione. Ancora oggi le donne vengono discriminate, anche sul piano professionale, costrette a scegliere tra maternità e lavoro, con paghe non equilibrate rispetto a quelle maschili. Per far rispettare i nostri diritti basterebbe attenersi alla Costituzione, ma sappiamo bene che non è così”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Antonello Sannino dell’associazione Pride Vesuvio Rainbow: “Abbiamo la percezione del nostro paese come luogo insicuro, quando in realtà il grosso della violenza di genere avviene oggi per un problema culturale, non certo per mancanza di sicurezza o assenza dello Stato. Lo dicono i numeri. Ecco perché bisogna insistere con iniziative, confronti, ma soprattutto nel mondo del lavoro, nelle famiglie e nella scuola”.

Sul caso è intervenuto anche il vicequestore aggiunto presso il commissariato di Sorrento Nicola Donadio, originario di Torre Annunziata. “Sono state approntate una serie di misure e disciplina giuridica incisiva, come il ‘Codice rosso’ ad esempio. Forze dell'ordine e lo Stato sono sempre più specializzate ad affrontare simili aberranti episodi delittuosi sia nell’approccio con le vittime deboli sia nell’immediata attivazione ed espletamento di tutte le attività info investigative inerenti. Questo grazie anche alla grandissima specializzazione delle donne e uomini della Polizia di Stato e delle altre forze dell’ordine. In particolare – ha continuato Donadio - per quanto concerne noi Dirigenti della Polizia di Stato, nella nostra massima espressione di Autorità di Pubblica Sicurezza, abbiamo l’ulteriore strumento dell’ammonimento da emanare a seguito di una compiuta ma velocissima istruttoria procedimentale nei confronti del presunto autore di reati aberranti quale lo Stalking. Ciò permette un primo immediato contatto con il presunto aggressore al fine di farlo desistere nel continuare le sue azioni persecutorie (che purtroppo la maggior parte delle volte sfociano in femminicidi, etc). Ma anche consigliare allo stesso presunto autore di intraprendere un percorso preventivo rieducativo presso centri appositamente formati”.

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