“Torre Annunziata si gira sempre dall’altra parte”. A dirlo è Giovanni Taranto. Il presidente dell’Osservatorio per la Legalità, commenta il conto salato delle vittime innocenti che paga la città, all’indomani dell’omicidio di Maurizio Cerrato. “A contribuire ad allungare questa lista non c’è solo la mano della malavita e le carente di chi ha governato l’intero Paese. Ma anche i comportamenti omissivi dei cittadini che hanno prestato il fianco alla malavita. Viviamo in una città che si è scossa troppo poco”.

Il duro monito di Taranto vuole scuotere le coscienze. “Viviamo sdegnati certi delitti, ma Torre Annunziata si è girata dall’altra parte quando è morto Luigi Staiano. Ancora oggi la figlia Fabiola lamenta che chi le diceva di stare vicino alla sua famiglia è stato assente. Allo stesso modo ci si è comportati quando sono stati ammazzati Raffaele Pastore, Andrea Marchese, Giuseppe Veropalumbo e Matilde Sorrentino. Le parole sono tante, ma la società civile non ha mai risposto presente”.

Il presidente dell’Osservatorio rimanda al mittente anche chi critica la mancanza di controlli da parte delle forze dell’ordine. “E’ assurdo che si parli di questo, quando a Torre Annunziata c’è un concentramento così alto di tutori della legge. A mio avviso manca una svolta concreta che estirpi determinati comportamento. Solo così si può dare una svolta completa. Ciò avviene se c’è contemporaneamente l’impegno forte dello Stato a tutti i livelli”.

Nella sua relazione annuale Giovanni Taranto ha poi aggiunto. “La città non si lascia contagiare dalla partecipazione civica attiva. Eppure l’associazionismo si sta dando molto da fare per cambiare la situazione. Abbiamo parlato tanto, ma agito poco. Anche la polemica sulle sedie che sta tenendo banco negli ultimi giorni va in questo senso. Finché non sentiamo la città come nostra, non si farà un passo in avanti”.