Un gruppo di lavoro interistituzionale per decidere il destino di Palazzo Fienga. Questa mattina a Torre Annunziata si è tenuto un incontro nell’ex roccaforte del clan Gionta, ora in mano all’Agenzia dei Beni Confiscati, per studiare le possibili soluzioni di sviluppo.

All’incontro erano presenti il commissario Mone, i funzionari dell’ufficio tecnico, la Soprintendenza di Napoli, l'Università Federico II, l’Agenzia del Demanio e l’Agenzia dei Beni Confiscati. Bocciata da tempo l’idea della cittadella della legalità per questione di spazi, la nuova idea emersa nel confronto avvenuto stamattina potrebbe essere quella di procedere l'abbattimento parziale dell'immobile, salvaguardando soltanto le ali dell'edificio con un valore storico culturale. A cominciare dalla scala settecentesca diventata negli anni anche l'elemento caratterizzante di Palazzo Fienga e che potrebbe diventare un punto da cui vedere il mare riducendo gli immobili lato mare.

In ogni caso ogni decisione è rimandata al mese di ottobre quando si riunirà un gruppo interistituzionale che dovrà procedere alla realizzazione del progetto definitivo. Volontà di tutti gli attori coinvolti è quella di velocizzare l'iter approfittando della presenza a Torre Annuziata dei commissari prefettizi con i quali già c'è sintonia. E poi c'è l'aspetto economico. Da una stima fatta dall'Agenzia dei beni confiscati, per ristrutturare tutto Palazzo Fienga occorreranno non meno di 40 milioni di euro.

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