Tentò di uccidere un coetaneo. Un vortice di bullismo che sfociò in un tentato omicidio. Il giudice dispone per lui la messa alla prova per due anni. E’ quanto stabilito dal Giudice Draetta del Tribunale per i Minorenni di Napoli nei confronti di T.G., un ragazzo che si rese responsabile, insieme a un 20enne di Pompei, di tentato omicidio e atti di bullismo. 

L’episodio di violenza risale al 30 aprile scorso quando i due alla guida di una Smart, avvistano la vittima, un coetaneo che percorre via Passanti Flocco in sella ad uno scooter. Lo inseguono e lo speronano, provocando la caduta del ragazzo. Nella caduta la vittima urtò violentemente contro alcune fioriere poste sul ciglio della strada, provocandogli alcune lesioni alla colonna vertebrale e costringendo il ragazzo ad un delicato intervento chirurgico per la frattura di una vertebra lombare.
Durante le indagini, svolte dagli agenti del Commissariato di Pompei, emerse che l’episodio non fu un caso isolato, ma il culmine di atti di bullismo e vessazione nei confronti della vittima.

Non solo: due giorni prima dell’episodio, il 28 aprile, i due giovanissimi avevano già provato a speronare con l’auto la vittima, senza riuscirci.
Il 13 dicembre scorso, T.G., assistito dall’avvocato Anna Fusco del foro di Torre Annunziata, chiede il rito abbreviato con sospensione del processo e conseguente messa alla prova. Una decisione difficile, visti i capi d’imputazione che pendevano su di lui (omicidio, lesioni e omissione di soccorso, ndr). Nell’udienza di questa mattina, il pm ha dato parere favorevole. Il giudice ha quindi dato il via libera alla messa alla prova. 

Il ragazzo ora uscirà dalla comunità che frequentava, e per due anni farà attività di volontariato, continuando a frequentare la scuola, un corso per pizzaioli (che stava già frequentando da tempo, e altre attività di volontariato per giovani in difficoltà. Una “redenzione” iniziata già da tempo per T.G., che all’epoca dei fatti ha inviato una lettera di scuse al ragazzo, chiedendogli di incontrarlo e di voler essere suo amico: “Questa è la vittoria più grande – ha dichiarato soddisfatta l’avvocato Anna Fusco -. Non tanto il risultato raggiunto ma la consapevolezza che il ragazzo abbia preso coscienza di quello che ha fatto, manifestando poi la sua volontà di cambiare e uscire dalle dinamiche criminali in cui era piombato”. L’udienza conclusiva ora è fissata al 25 febbraio, dopodiché, il ragazzo potrà ricominciare una nuova vita dimenticando il male procurato.

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