BOSCOREALE/TERZIGNO. Falso ideologico e in atto pubblico e falsa testimonianza, chiesto ai giudici l’invio degli atti in Procura contro due poliziotti: è svolta in tribunale nel processo “Cava Sari”. Alla sbarra a Torre Annunziata, accusati a vario titolo di minacce, resistenza, interruzione di pubblico servizio e diffusione di notizie false, venti attivisti del “Movimento Vesuviano anti-discarica”. Per nove imputati (difesi dal collegio LegalTeam Italia/Europa, degli avvocati Liana Nesta, Cristian Valle, Giorgio Bonamassa e Daniela Torro) il pm ha già chiesto l’assoluzione. Solo dieci manifestanti rischiano, anche per gli scontri anti-rifiuti con le forze dell’ordine sulla “Panoramica” nel 2010, una condanna da un massimo di 1 anno ed 8 mesi a un minimo di 3 mesi .

LA ‘SVOLTA’. L’avvocato Liana Nesta ha richiesto ai giudici l’invio degli atti in Procura a carico di due poliziotti, il primo già dirigente di diversi commissariati tra le province di Napoli e Caserta (già accusato di abuso d'ufficio e corruzione per induzione, nell’ambito di indagini su presunti rapporti “poco chiari” intrattenuti con un noto imprenditore napoletano attivo nel settore della vigilanza privata) mentre l'altro poliziotto direttore nocerino della Polstrada di Roma ed  ex Questore in un commissarriato siciliano.

Entrambi, secondo il pool di avvocati del “Movimento”, avrebbero firmato il 19 ottobre 2010 un verbale di fermo “falso”, confermando la loro versione dei fatti in tribunale nelle testimonianze rese il 2 luglio 2013 e il 4 marzo 2014: “P.T. si attribuì l’arresto di Gaetano Miranda, G.B. invece quello di Antonio Pascale: è un falso. I video da noi depositati a processo dimostrano il contrario”. L’ultima parola spetterà ai giudici in sentenza. Il verdetto è atteso per il prossimo 22 marzo.

(Salvatore Piro)

IL VIDEO. Alla precedente udienza l’avvocato Liana Nesta, a sostegno della tesi che inchioderebbe i poliziotti anche per falsa testimonianza, mostrò in aula un video tratto da “youtube”. Sei minuti e 46 secondi, nitidi e senza interruzioni, che scagionerebbero dalle accuse l’attivista Antonio Pascale (per il quale il pm ha chiesto una pena a 9 mesi di carcere). Il manifestante – secondo la Questura - avrebbe tentato di scagliare un masso di cemento all’indirizzo delle forze dell’ordine.

Il “frame” decisivo (in foto) è dal minuto 5.04 al 5.11: l’uomo, il 19 ottobre 2010, provò a scappare dopo il primo ordine di allontanamento, lanciato dagli agenti a presidio di Cava Sari e Cava Vitiello; Pascale, dopo essere caduto a terra, fu braccato alle spalle e portato via. Azione condotta da due militari, uno della Digos. A fermarlo, stando al verbale sottoscritto dai poliziotti, fu G. B.. Le immagini dimostrerebbero l’opposto: a bloccare il manifestante sarebbe stato infatti il dirigente P.T.

Foto tratta dal sito "napoliurbanblog"

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