Soli per quattro mesi. Bimbi e ragazzi autistici lasciati senza cure. 

Superati i tetti di spesa, si ferma il centro NapoliSanit di Ottaviano, uno dei più grandi e attrezzati in Campania per le terapie che riguardano i giovani con disagi psichici. 

Cure solo a chi può pagare di tasca propria, l'Asl blocca i rimborsi, cifre insostenibili e protratte nel tempo per le famiglie. Sono più di 500 i pazienti a cui è stata annunciata la sospensione delle terapie necessarie con una lettera inviata dalla struttura il 28 luglio. Nel novanta per cento sono bimbi e ragazzi sotto i 18 anni, che possono avere serie conseguenze dallo stop del percorso di terapia. Il problema è stato innescato dall'emergenza Covid che, dopo una lunga pausa, ha portato ad un'impennata delle terapie. A Ottaviano arrivano pazienti da tutta la provincia di Napoli. Partita una lettera-petizione alle istituzioni per non determinare quello che le famiglie vivono come un dramma. 
«Dal primo settembre ci hanno fatto sapere che i nostri figli dovranno interrompere le terapie, per noi - raccontano i genitori che si sono uniti in un comitato - è stato come cadere in un baratro». 
Così in una settimana le famiglie hanno organizzato una raccolta firme e scritto una lettera aperta alle istituzioni sanitarie della Campania. Raccolte più di 100 firme. «Parliamo spesso di rispetto per il “diverso”, per chi soffre. Questo è uno sforzo che a volte non riusciamo a riservare neanche a noi stessi magari per eccesso di impegni o per incomprensioni ma nessuno ferma il proprio pensiero sul fatto che la mancanza di rispetto nasconde un’altra insidia: l’umiliazione. E noi oggi  - proseguono le famiglie - ci sentiamo umiliati. Umiliati da un sistema sanitario che ragiona solo su numeri e non considera gli effetti che questi numeri possano provocare».
Al centro di Ottaviano sono 571 i pazienti della Napoli3 Sud in carico, di questi 330 sono affetti da patologie dello spettro autistico, 140 hanno disturbi psicomotori e necessitano di logopedia e 100 circa neuromotori. C'e' anche chi aspetta di potere entrare nel programma di cura. Più di 200 sono in lista d'attesa. L'anno scorso la Regione Campania è intervenuta con una deroga legando il provvedimento proprio all'emergenza Covid.

«Non tutto il sistema regionale funziona così, - attaccano le famiglie - infatti nelle altre Asl hanno risolto la problematica con il rispetto delle regole/decreti legiferati  dall’amministrazione regionale». In pratica secondo il comitato promotore in difesa della disabilità, solo all’interno della Napoli3Sud non si sono messe in campo strategie nicesearie per il prosieguo dei trattamenti e percorsi terapeutici «nonostante la Regione Campania abbia emanato una nota con precise prescrizioni ai direttori generali delle Asl campane, invitando gli stessi ad assicurare il livello di assistenza sino ad oggi erogato al fine di non penalizzare gli utenti».

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