Il tintinnio delle monete che scendono a poggia dalla feritoia quando si è raggiunto il jackpot. La nuvola di fumo di sigaretta sul tavolo verde ricoperto di carte e fiches colorate. La corsa a velocità pazza della pallina nella roulette, con i suoi saltelli sui numeri che tengono in sospeso il respiro degli spettatori. Tutte scene impresse nell’immaginario collettivo, che vengono richiamate alla mente quando si pensa al gioco d’azzardo e ai casinò. Se si prova a fare una rassegna mentale dei giochi che si possono praticare in una sala terrestre, ma ormai anche on line, la lista risulta lunga. Proviamo ad esaminarla insieme.

Il poker ha attraversato epoche e nazioni

Nato forse nell’antico Oriente e diffuso con il tempo in America e poi in Europa, il poker ha fatto proseliti in tutto il mondo e ha sempre sollecitato anche grandi ingegni. Come dimostra il fatto che un gruppo di ricercatori di MIT, Harvard University e Harvard Business School (tre delle più prestigiose università USA) abbia tentato di far saltare il banco del casinò utilizzando le proprie abilità matematiche per riuscire a calcolare le carte uscenti e trionfare sugli avversari. Questi scienziati prestati al gioco sono stati chiamati “counters”, perché appunto tenevano il conto delle carte uscite e calcolavano quelle in arrivo grazie alla legge delle probabilità, in modo da anticipare le mosse e vincere. Dopo aver subito perdite pesanti, le case da gioco americane li hanno messi sulla lista nera, ma la loro storia è diventata anche materia di racconti e di film e conferma quanto certi giochi siano migliori di altri. In fondo esistono persino delle analisi a livello psicologico che confermano come per giocare a poker servano talento, capacità matematica, spirito di osservazione, abilità di calcolo, comprensione degli stati d’animo altrui: un set di competenze fondamentali per un essere umano maturo e di successo. Gli psicologici si sono interessati a questo passatempo, promuovendo la disciplina come una di quelle che aiutano anche a tenete allenata la mente. In Italia esistono molte proposte online ma solo uno dei siti di poker più famosi risulta essere la scelta migliore per i giocatori che vogliono mettere in pratica le abilità appena acquisite o imparare a padroneggiare quelle su cui si sentono ancora poco sicuri. Uno dei siti leader sul mercato italiano offre ai suoi utenti la possibilità di giocare in sicurezza e di esercitarsi, fornendo guide e suggerimenti, nonché i giochi e i tornei di poker più popolari.

Ma ci sono due tipi di attività nei casinò

Forse la prima specialità a venire alla mente è quello delle slot machine, che sono diffuse da sempre, hanno costi potenzialmente contenuti e promettono fortune notevoli. Forse si tratta davvero dei giochi da casinò per eccellenza, ma sono anche un esempio evidente delle attività che si possono intraprendere in un casinò e che non richiedono particolari competenze o esperienza. Chi cerca di definire un “catalogo” dei giochi più comuni e include le slot machine, può anche partire da questi macchinari colorati e risuonanti per fare una riflessione. Esistono nelle sale da gioco due tipi di attività. Quelle basate solo sulla fortuna, che rappresenta un azzardo, e quelle per le quali la Fortuna giova ma sono necessarie anche abilità e competenze se si vuole avere successo. Tra i giochi basati solo sulla buona sorte si annoverano le slot machine, che hanno tipologie e ambientazioni molto varie e coinvolgenti, ma anche la roulette, per la quale la Fortuna gioca un ruolo essenziale, anche se si può provare a fare qualche calcolo basandosi sulla teoria delle probabilità per ridurre la rosa di numeri su cui puntare.

Un rischio minimo per un grande risultato

Esistono vari tipi di roulette, quella francese, quella europea, quella inglese e anche quella americana, ognuna con le proprie caratteristiche e strategie. C'è poi la versione royale, ossia quella che prevede un jackpot progressivo. Si puntano le fiches e si attende che la pallina si fermi sul numero selezionato. Certo le probabilità di vincita sono ridotte all’osso, perché quando si sceglie di puntare su un singolo numero le possibilità di vincita sono appena del 2,7 per cento. Minime, si sa, ma visto che il banco paga molto bene quando viene sconfitto, qualcuno decide comunque di incrociare le dita e provarci. Un altro gioco tradizionale è quello dei dadi. Questa attività affonda le sue radici nell’antichità e veniva praticata in Oriente come in Occidente. A dimostrarlo sono i resti di dadi ritrovati negli scavi compiuti dagli archeologi in giro il mondo. Ma come funziona oggi questa attività?  I dadi si lanciano dalla mano o da una tazza, ma prima il giocatore deve fare la sua puntata e ipotizzare il risultato. La sua speranza è di arrivare a un punteggio simile a quello che ha scelto e quindi attende con apprensione e ansia il momento in cui i dadi si fermeranno mostrando il loro verdetto. Anche in questo caso è evidente che la fortuna prevale e non l’abilità.

Blackjack e Baccarat chiedono abilità

Tra i giochi di casinò che pretendono invece esperienza e abilità dobbiamo annoverare anzitutto il Blackjack. In questo caso il Banco ha meno chances di vincere rispetto alla roulette e i giocatori possono spuntarla, purché abbiano fatto esperienza, sappiano contare le carte, siano in grado di leggere e memorizzare alcune tabelle. Il gioco vede affrontarsi il banco e un solo giocatore per volta e si vince se con il proprio punteggio si supera quello del banco, senza però superare mai la soglia critica del 21. Un altro gioco di carte classico è il Baccarat, che viene dal mondo orientale. In questo caso il numero cui avvicinarsi è il 9. Il Baccarat è tradizionale e molto amato. Da quando è nato a Macao è stato importato in Francia e poi nel resto d’Europa. Per giocare servono 6 mazzi di carte francesi, un banco e dei giocatori. Ma sono state definite anche una serie di varianti, dal Mini Baccarat al Chemin de Fer, che usa carte analoghe ma regole leggermente diverse.

La passione si trasferisce anche on line

Al di là delle gesta del famoso IT Blackjack Team, appare evidente come il gioco del poker sia migliore e più divertente degli altri proposti nei casinò reali o sulle piattaforme di gioco on line. Tutti questi elementi spiegano anche come mai la passione per il poker abbia conquistato gli italiani, sia nella versione terrestre che in quella on line. La prima partita virtuale a soldi è stata giocata nel 1998, mentre in Italia il primo torneo legale sul web è di dieci anni dopo. Un ritardo su cui si sta lavorando alacremente, se è vero che da allora in poi sono stati almeno 2,6 milioni gli italiani che hanno confessato di aver giocato almeno una volta a poker usando il loro computer, un tablet oppure il telefonino, che con il gioco mobile ha accelerato ulteriormente la diffusione del fenomeno. Lo scorso anno, poi, secondo il quotidiano Repubblica, il settore dei giochi è cresciuto in modo significativo. Nei primi sei mesi la raccolta complessiva è stata di oltre 65,7 miliardi di euro con una spesa di 9,9 miliardi e un incremento anche per le casse dell’Erario, con quasi 5,5 miliardi contro i 5,4 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente.

Nessuno sfugge al fascino del bluff

Del resto, il poker è un gioco che appassiona anche personaggi famosi. E’ di questi giorni la scaramuccia riferita dal Corriere della Sera tra Francesco Totti, capitano storico della Roma, che avrebbe una passione per il poker e il cantante Pupo, pure lui assiduo giocatore. Che si tratti di vip oppure di persone normali, la passione per le carte sta davvero diventando irrinunciabile per tutti. Solo che quando si comincia e si vuole arrivare a buon livelli occorre esercitarsi. Per gli italiani il vero problema consiste nel fatto che esistono pochi casinò terrestri. La soluzione ideale è quindi quella di affidarsi alle piattaforme on line, autorizzare dallo Stato, dove praticare il poker è piacevole, divertente e non comporta rischi particolari. Uno spazio in più per le attività virtuali che stanno diventando predominanti anche nel nostro Paese, come dimostra una recente ricerca secondo la quale tra lavoro, streaming, gioco on line gli italiani trascorrono su Internet più di un terzo della loro vita. Per la precisione, 30 anni, 5 mesi e 19 giorni, che è appunto più di un terzo del tempo rispetto all’aspettativa di vita media, che nel nostro Paese è di 82 anni.

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