La pandemia di Coronavirus ha avviato in tutto il mondo la corsa alla ricerca di un vaccino efficace ma anche di una terapia farmacologica in grado di trattare i sintomi di persone già infette e, possibilmente, bloccare la moltiplicazione del virus all’interno dell’organismo infetto.

Molte delle sperimentazioni avviate negli ultimi mesi hanno coinvolto principalmente farmaci antivirali tra cui ribavirina, lopinavir e idrossiclorochina. Medicine già note ed usate sul campo per altri tipi di patologie, ma dei quali si era percepita qualche segno di utilità con le precedenti epidemie asiatiche.

Un filone di ricerca seguito dall’Ospedale del Terzo Popolo di Shenzhen, in Cina, ha però voluto tentare una strada completamente diversa rispetto alle ricerche intraprese da molti istituti in tutto il mondo mentre cresce l’apprensione per Torre del Greco fortemente colpita dai contagi in crescita.

A Shenzhen infatti i ricercatori stanno puntando sul resveratrolo, cioè un composto vegetale di natura fenolica che sembra essere efficace nell’impedire la replicazione del virus all’interno di un organismo già infetto.

Addirittura questa sostanza è in grado di inibire la replicazione del virus al 98% quando utilizzata su persone infette, mentre riesce ad avere un’efficacia del solo 20% se somministrata a persone che non hanno ancora contratto l’infezione: significa che il resveratrolo non può essere utilizzato come profilattico ma che potrebbe dare ottimi risultati nel trattamento dell’infezione da Coronavirus.

Il motivo per cui la scelta dei ricercatori cinesi si è orientata sul resveratrolo è che questo composto si rivelò efficace già contro il virus della comune influenza e il virus MERS-CoV, cioè quello della sindrome respiratoria del Medio Oriente, tutti appartenenti alla vastissima famiglia dei Coronavirus che comprende, naturalmente, anche il famigerato SARS - CoV-2, responsabile della pandemia di Covid-19, che negli ultimi mesi ha visto nuovamente salire il numero dei casi in tutta Europa.

Per quanto riguarda gli effetti collaterali, è stato accertato che il resveratrolo non danneggia la normale funzionalità delle cellule e, anche in dosi molto elevate, non risulta tossico per l’organismo. Inoltre, questa sostanza, di origine completamente naturale, è da tempo utilizzata in fitoterapia per le sue numerose proprietà benefiche.

Lo spiega bene Katrine Rubæk nel sito www.sundt.it: “Il resveratrolo è una sostanza naturalmente prodotta dalla vite - infatti è presente anche nel vino, soprattutto in quello rosso - dall’arbusto delle more, nonché dalla pianta di cacao. Viene spesso utilizzato nella formulazione di integratori in virtù delle sue numerose proprietà antibatteriche, antimicotiche, antiossidanti e protettive del sistema circolatorio”.

Alcuni anni fa il resveratrolo è stato al centro di quello che venne chiamato il paradosso francese”: all'epoca si diffuse la credenza che un sostanzioso consumo di vino apportasse all’organismo grandi quantità di resveratrolo, ma la scarsa concentrazione del resveratrolo nel vino rosso, ancora minore in quello bianco, rendeva necessario un consumo eccessivo di vino, con il conseguente rischio di alcolismo.

I successivi studi in ambito nutrizionale hanno quantificato la quantità in circa 70 litri al giorno per un soggetto adulto, a cui peraltro si lega la questione della qualità del prodotto. Ad ogni modo, è del tutto chiaro che non sia una quantità nemmeno lontanamente ipotizzabile per finalità terapeutiche.

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